Trova tossicodipendente nella cameretta della figlia e lo insegue, poi la tragedia

tossicodipendente morto
Un tossicodipendente morto dopo un inseguimento ed ora si va a processo FOTO viagginews

Un tossicodipendente viene trovato nella stanza di una bambina di pochi mesi. Il papà furioso lo insegue, poi avviene la tragedia: “Non l’ho ucciso io”.

Un uomo avrebbe picchiato a morte un tossicodipendente dopo averlo scoperto nella stanza della figlia di soli 7 mesi. Per questo motivo ora deve affrontare una accusa di omicidio. Lui si chiama Benjamin Batterham e ha 35 anni. La vittima è Ricky Slater, 34 anni all’epoca dei fatti, e sarebbe stato ammazzato al termine di un inseguimento avvenuto a Newcastle, in Australia. L’imputato nega il fatto e si proclama innocente. L’accusa ha ricostruito la possibile dinamica, con il tossicodipendente inseguito per circa 330 metri da Batterham, che lavorava come apprendista chef. Quest’ultimo lo avrebbe visto nella stanza della figlia, con la ragazza in quel momento assente. Erano le 03:20 del mattino. La morte del tossicodipendente sarebbe avvenuta per arresto cardiaco nel corso dell’inseguimento. In totale ne ha avuti tre, l’ultimo dei quali è risultato fatale.

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Tossicodipendente, uomo lo insegue e lui muore

I paramedici arrivarono alle 03:47 in strada per ricoverarlo subito in ospedale. Il decesso avvenne all’indomani. Slater era in sovrappeso e pare avesse un livello molto elevato di metilamphetamine nel corpo, stando a quanto riportato dai rapporti. A Battheram viene contestato il fatto di avere minacciato la vittima, inoltre un vicino di casa ed un ufficiale di polizia testimoniano contro di lui affermando di averlo visto mentre, una volta raggiunto il tossicodipendente, lo avrebbe colpito per diverse volte alla testa mentre lo teneva bloccato a terra con un braccio sul collo. E Slater avrebbe urlato a gran voce di non riuscire a respirare. Ma Batterham, furioso per l’intrusione di quell’estraneo in casa sua, ed in particolare nella camera della figlia, non ci avrebbe visto dall’ira e lo avrebbe anche insultato.

Il legale difensore di Batterham nega ogni responsabilità dell’uomo

Slater avrebbe rubato degli oggetti di valore, approfittando dell’assenza di Batterham e della compagna di quest’ultimo. Ma lo stesso Batterham sarebbe tornato a casa anzitempo accorgendosi di cosa stesse accadendo. Per l’accusa, le sue azioni non sono motivate da alcuna giustificazione: “È ingiusto ed illegale farsi vendetta da soli”. Ma l’avvocato difensore dell’uomo sostiene che il suo assistito stava difendendo la sua casa e la sua famiglia. Inoltre ci sarebbero soltanto lievi ferite superficiali sul corpo della vittima, “che non può essere stata uccisa in nessun caso da Batterham. Questi non lo ha né strangolato né picchiato a morte. Ad influire sul decesso della vittima è stato unicamente il suo stato di salute compromesso dall’uso intensivo di droghe e da patologie pregresse, come una malattia del fegato”.

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