Ilva di Taranto: che cos’è, storia e situazione attuale

IlvaL’Ilva di Taranto rischia nuovamente la chiusura dopo la rescissione del contratto da parte di Arcelor Mittal: storia e situazione attuale dell’impianto.

Come un fulmine a ciel sereno il gruppo anglo-indiano Arcelor Mittal ha annunciato con una nota che si riserva di rescindere il contratto a causa del mancato rispetto di una delle clausole. Quando nel 2018 il gruppo industriale si era preso in carica la gestione dell’impianto siderurgico, infatti, aveva chiesto delle garanzie legali sull’impatto ambientale della struttura. Tale scudo legale era considerato imprescindibile per mandare avanti l’attività in vista di una ristrutturazione in chiave green dell’impianto.

L’improvviso abbandono del gruppo conduce ovviamente al rischio della chiusura dell’impianto con conseguenze dirette sui lavoratori e le loro famiglie. Il governo si è riunito per discutere la situazione ed ha fissato per la giornata di domani un incontro con i vertici dell’azienda. Sia Conte che Putuanelli sostengono che non ci siano i presupposti per una rescissione contrattuale (non esisterebbe un diritto di recesso) e rassicurano i lavoratori sulla continuazione dell’attività.

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Ilva di Taranto, la storia

L’Ilva di Taranto è stato fondato nel 1905, ma durante tutto il XX secolo ha vissuto diverse traversie e cambi di gestione. La storia moderna dell’impianto siderurgico comincia nel 1988 quando la famiglia Riva rileva l’attività e fonda la nuova Ilva. Già a partire dalla fine degli anni ’90 sono emerse diverse problematiche legate alla pericolosità ambientale delle emissioni prodotte dall’impianto. Nel corso degli anni diversi dipendenti, infatti, hanno sviluppato delle malattie mortali e le loro famiglie hanno sporto denuncia contro l’azienda.

Nel 2012 è stata aperta un’indagine dalla procura di Taranto per inquinamento e reati ambientali che ha portato al sequestro dell’area a caldo. Il governo nel frattempo ha approntato un piano di salvaguardia dei posti di lavoro, commissariando l’azienda e aprendo una gara d’appalto per la vendita della stessa. Come detto le emissioni dell’impianto sono state al centro di diversi procedimenti penali. Al termine dei processi Emilio Riva e altri dirigenti sono stati condannati per reati ambientali. La gara d’appalto è stata vinta nel 2018 dal gruppo Arcelor Mittal che aveva assicurato un piano di rinascita dello stabilimento. Sembrava che le problematiche fossero risolte, ma poche ore fa il gruppo ha annunciato l’intenzione di abbandonare l’acquisizione.

Fabio Scapellato

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