Franco Antonello, parla del figlio autistico: “Andrea mi ha cambiato la vita”

Franco Antonello è papà di Alberto, il ragazzo in coma dopo l’incidente automobilistico avvenuto questa notte a Venezia. La sua vita l’ha dedicata al figlio autistico Andrea.

Franco e Andrea Antonello (Fonte: Facebook)

Franco Antonello è il papà di Alberto, il ragazzo 19enne in coma a Venezia dopo l’incidente di questa notte. La sua vita Franco l’ha dedicata interamente ai figli, in particolar modo al fratello di Alberto, Andrea: quest’ultimo si è scoperto autistico all’età di due anni e da quel momento Franco ha cambiato vita, decidendo di dedicarsi completamente alla sua felicità. Papà e figlio sono famosi per le loro avventure in giro per il mondo: insieme hanno girato il Sudamerica in moto, hanno pubblicato quattro libri, sono stati ospiti in tv e sui social per parlare della loro storia.

Lo scorso 24 ottobre è uscito nei cinema italiani “Tutto il mio folle amore”, un film ispirato alla loro vita insieme e basato sul romanzo “Se ti abbraccio non avere paura” di Fulvio Ervas. Franco Antonello non si è mai dimenticato del secondogenito, Alberto: insieme a lui nel 2016 papà e Andrea sono partiti per affrontare il Cammino di Santiago. Adesso Alberto è in coma, e lotta per la propria vita.

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Franco Antonello racconta della vita dedicata al figlio autistico Andrea

Franco Antonello, 58 anni, era un imprenditore di Castelfranco, ma ha deciso di lasciare la sua azienda in mano ai collaboratori per poter occuparsi a tempo pieno del figlio autistico Andrea. Racconta: “Quando la disabilità grave entra in famiglia è come se si scatenasse un terremoto, solo che dura tutta la vita e nessuno ti aiuta. Non sai cosa fare. Andrea ha cambiato completamente la mia esistenza. Mi ha permesso di conoscere il mondo del sociale, realtà fino a quel momento lontana”. 

Per poter aiutare concretamente le famiglie con figli disabili, nel 2005 Franco Antonello ha creato a Treviso la Fondazione “I bambini delle fate“, con la quale oggi finanzia più di 48 progetti di inclusione sociale. “Andrea è pieno di energia, non si stanca mai. Non fa sport ma è come se li praticasse tutti ogni santo giorno, per via di quel suo camminare in punta di piedi […] Prima le mie priorità erano il lavoro, il successo, le passioni, tutte cose che mio figlio non potrà avere. Oggi guadagno la metà di prima e ho una sola priorità: Andrea. Potrei anche morire domani, non chiedo più niente per me. Voglio solo aiutarlo a realizzare i suoi sogni. È questa forza che non mi fa né disperare”.

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