Alberto Antonello, chi è: età e storia del secondo figlio di Franco Antonello

Alberto Antonello, chi è: età e storia del secondo figlio di Franco Antonello protagonista di un gravissimo incidente stradale avvenuto ieri. 

Alberto Antonello

Franco Antonello è balzato agli onori della cronaca da qualche tempo per la storia del suo primo figlio Andrea, del suo autismo e della loro battaglia per vivere una vita degna di questo nome. Ora si parla di loro per l’altro figlio, il 18enne Alberto Antonello. Insieme alla fidanzata di 18 anni, Giulia Zandarin, ha avuto un gravissimo incidente stradale a Musile di Piave (Venezia). La ragazza è morta sul colpo. Il giovane invece si trova ricoverato in coma e in gravissime condizioni. In base a quanto si apprende Alberto Antonello e la fidanzata stavano tornando dalla discoteca. Al ragazzo era stata ritirata la patente perché trovato in possesso di una piccola quantità di hashish e dagli esami tossicologici è risultato essere positivo all’alcoltest. L’auto è uscita di strada ed è andata a sbattere violentemente contro un albero. Andrea, il fratello di Alberto, un giorno gli disse: «Grazie che mi sopporti. Vorrei essere come te, ma non ci riesco». Parole che assumono tutto un altro significato alla luce di quanto accaduto.

La storia di Franco Antonello e dei suoi figli

Quella di Franco Antonello è la storia di una malattia scoperta pian piano dopo i primi momenti di grande paura, ma anche un esempio di come si può affrontare la vita senza arrendersi di fronte a situazioni complesse ed ostacoli apparentemente insuperabili. Nell’estate 2010, quando Andrea aveva appena compiuto 18 anni,Franco Antonello con il figlio Andrea fecero un viaggio attraverso Stati Uniti e America latina dal quale venne poi tratto un libro. “Quando la disabilità grave entra in famiglia è come se si scatenasse un terremoto. Solo che è un sisma che dura tutta la vita. Non sai che fare e nessuno ti aiuta” disse in un’intervista Franco Antonello. Parlando dell’associazione ha spiegato: “Ho sempre lavorato nel mondo della pubblicità e della comunicazione dice -, un’esperienza ventennale che mi ha portato a fondare un’azienda tutta mia. Poi è arrivato Andrea. Tutto quello che è accaduto dopo ha cambiato completamente la mia esistenza. Innanzitutto, mi ha permesso di conoscere il mondo del sociale, una realtà fino a quel momento lontana. Da un lato c’è l’impresa, con la sua efficienza e i suoi meccanismi perfetti prosegue -. Dall’altro il sociale, che è fermo alla preistoria e vive solo di donazioni e volontariato. Così ho deciso di attivarmi per cambiare le cose. Ho lasciato la mia azienda in mano ad alcuni collaboratori e nel 2005 ho dato vita alla fondazione. Attualmente sono legati a noi 700 imprese e 2.500 privati. Grazie a queste entrate finanziamo 48 progetti in tutta Italia che riguardano ragazzi con diverse disabilità. In Italia la disabilità è un dramma per migliaia di famiglie. C’è la vita quotidiana, che è difficile. Ma anche il futuro, perché quando i genitori vengono a mancare i figli restano soli. Chi ha soldi e cultura si salva, gli altri finiscono nella disperazione più assoluta. Mio figlio viene seguito dai tutor, partecipa al progetto Aba, lavora con me in fondazione, ha collaborato alla stesura di due libri e parteciperà alle riprese del film tratto dal nostro primo scritto: Se ti abbraccio non aver paura. Ha girato il mondo con me, sia per lavoro sia per i nostri bellissimi viaggi. Nella sua vita ci sono molti problemi, ma anche tanto divertimento”.

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