Omicidio Luca Sacchi, “la sua morte avvenuta in un regolamento di conti”

omicidio Luca Sacchi
Omicidio Luca Sacchi possibile la pista del regolamento di conti FOTO viagginews

Caso omicidio Luca Sacchi, gli inquirenti torchiano la fidanzata Anastasiya Kylemnyk mentre si fa largo una nuova ipotesi in merito alla morte del giovane.

L’omicidio Luca Sacchi presenta dei punti oscuri che vanno obbligatoriamente chiariti. Mentre gli inquirenti sono intenzionati a saperne di più da Anastasiya Kylemnyk, la fidanzata di Luca la cui versione non convince (ciò che dichiarato dalla ragazza cozza con quanto è possibile vedere dalle riprese di alcune telecamere di sicurezza installate nella zona dove è avvenuto il delitto) sono stati compiuti passi in avanti per quanto riguarda il reperimento di prove e di indizi utili in questo drammatico caso di cronaca nera. Negli ultimi giorni infatti le forze dell’ordine hanno trovato il famoso zainetto della 25enne Anastasiya oltre al borsellino con dentro alcuni suoi documenti. Rinvenuti anche la mazza di baseball usata da Valerio Del Grosso e Paolo Pirino nel tentativo di rapina ed un bossolo esploso, chiuso in un guanto di gomma sigillato. Tutti questi effetti erano stati abbandonati in luoghi diversi di Roma.

Se vuoi seguire tutte le nostre notizie in tempo reale CLICCA QUI

Omicidio Luca Sacchi, “lui e la fidanzata erano in cerca di droga”

Le indagini vanno avanti anche per cercare di stabilire quale fosse il movente dell’omicidio Luca Sacchi. Nonostante la fidanzata della vittima continui a negare che fosse intenzione sua e del giovane acquistare della droga, gli investigatori sembrano orientati a pensarla diversamente. Una ultimissima ipotesi vorrebbe la babysitter ucraina munita di ben 35mila euro in contanti – e non 2mila come inizialmente stabilito – tenuti nel suo zaino in tagli da 20 e 50 euro. Soldi che sarebbero dovuti servire per comprare non marijuana ma cocaina. Difatti la trattativa per la compravendita di stupefacenti sarebbe poi culminata in un tentativo di rapina. Del Grosso e Pirino sarebbero stati al corrente del fatto che la Kylemnyk avrebbe avuto con sé una cifra considerevole. Da qui la volontà di approfittarne.

L’assassinio potrebbe anche essere un regolamento di conti

Si fa largo però anche un’altra possibilità, quella di una lotta tra bande rivali per il controllo delle zone di spaccio. Ad Appio Latino, dove è avvenuto l’omicidio di Luca Sacchi, ci sono stati alcuni precedenti legati alla presenza di pusher. L’area sarebbe strategicamente importante in quanto metterebbe in comunicazione San Basilio con Tor Bella Monaca, altre piazze frequentate da spacciatori e consumatori di droga. Secondo il quotidiano ‘Il Messaggero’, ci sarebbero state delle tensioni tra alcuni conoscenti di Luca Sacchi e Pirino e Del Grosso. La fallita transizione, con tutti quei soldi addosso ad Anastasiya, avrebbe dovuto portare all’acquisto di droga per una banda di spacciatori che puntava ad affermarsi ad Appio Latino.

Cosa ci facevano gli assassini a Tor Bella Monaca dopo?

La presenza di Giovanni Princi, amico di Sacchi e della sua fidanzata, sarebbe una controprova di quest’ultima ipotesi. Princi infatti risulterebbe avere dei precedenti proprio per droga, sempre secondo ‘Il Messaggero’. In tale ambito la rapina sarebbe da intendere come una sorta di avvertimento o di regolamento di conti. Pirino e Del Grosso poi sarebbero andati a Tor Bella Monaca subito dopo avere ucciso Luca Sacchi. Qui avrebbero consegnato i soldi e la pistola a dei loro referenti o superiori. E Tor Bella Monaca non è sul percorso che li avrebbe condotti a casa.

Impostazioni privacy