Luca Sacchi: per il giudice i due rapinatori volevano uccidere e potrebbero farlo ancora, Valerio Del Grosso nega e parla di rinculo.
Si fa chiarezza sulla posizione di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino i due giovani fermati per il delitto di Luca Sacchi, avvenuto giovedì sera a Roma. Il primo è considerato l’autore materiale dell’omicidio, mentre il secondo ha provato a discolparsi, intanto non è chiara la dinamica, soprattutto viste le differenze tra la ricostruzione e il racconto di Anastasia, la fidanzata della vittima.
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Le accuse ai killer di Luca Sacchi e la confidenza all’amico
Ma in queste ore emergono anche altre incongruenze. C’è il racconto di un testimone “amico di Luca” riportato nelle 8 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip di Roma, Corrado Cappiello. Il ragazzo ha visto tutta la scena e descrive l’arrivo dell’auto. Quindi conferma grossomodo l’aggressione ai danni della fidanzata di Luca Sacchi, la reazione del giovane e il colpo partito praticamente a bruciapelo. Il colpo sarebbe stato esploso a meno di due metri.
Il gip di Roma evidenzia la volontà di uccidere: “La misura appare proporzionata all’entità dei gravissimi fatti. In ordine alle esigenze cautelari, deve osservarsi come sussista il concreto pericolo di commissione di ulteriori gravi delitti con uso di armi o altri mezzi di violenza personale da parte di entrambi gli indagati”. Insomma, i due resteranno in carcere. C’è poi il racconto di un ragazzo, che riporta le parole confidategli da Valerio Del Grosso, la sera stessa del delitto: “Non volevo ucciderlo, il rinculo della pistola me lo ha fatto colpire in testa”.