Luca Sacchi, ucciso a Roma: il mistero della Smart bianca che girava da ore

Luca Sacchi
Luca Sacchi, ucciso a Roma: il mistero della Smart bianca che girava da ore. Procedono le indagini sulla morte del giovane ed emergono nuovi indizi sugli assassini e il mezzo sul quale viaggiavano.

E’ avvenuto ieri sera, attorno alle 23.20, in zona Caffarella, a Roma, il drammatico agguato nel quale ha perso la vita Luca Sacchi. Il giovane aveva solo 25 anni e si trovava a trascorrere la serata con la propria fidanzata. Quando un colpo di pistola esploso da colui che tentava di rapinare la giovane lo ha colpito alla testa e ucciso.

Luca Sacchi, ucciso a Roma: il mistero della Smart bianca che girava da ore attorno al locale

Luca Sacchi lavorava come personal trainer nella sua città e la scorsa notte ha tentato di difendere da una rapina la sua fidanzata Anastasia. Quest’ultima, ricoverata all’ospedale San Giovanni di Roma, ha raccontato in queste ore i ricordi di quei drammatici momenti.
Nelle ultime ore gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto. Questo per riuscire a far luce su ciò che è realmente successo la scorsa notte. Alcuni elementi risulterebbero però discordanti, soprattutto tra le versioni dei fatti riportate dai testimoni. Ciò che sembrerebbe piuttosto accreditato attualmente sarebbe però il fatto che i due aggressori del ragazzo si sarebbero mossi a bordo di una Smart bianca. Il veicolo girava probabilmente da ore attorno al locale fuori dal quale si trovavano i ragazzi aggrediti. Il gestore del pub avrebbe dichiarato che l’auto si sarebbe fermata solo una volta individuati Luca e la sua fidanzata.

Ancora non si è certi del fatto che gli aggressori stessero effettivamente aspettando i ragazzi o solo cercando le vittime della loro rapina. Alcune testimonianze confermano di aver visto l’auto correre via subito dopo l’accaduto, altri testimoni però hanno dichiarato di aver visto le due persone allontanarsi a piedi. Certamente a chiarire quanto accaduto saranno le videocamere di sorveglianza, le cui immagini riprese sono già all’esame degli inquirenti. Per ciò che riguarda i due aggressori, i testimoni raccontano che erano di carnagione bianca e molto probabilmente romani, a giudicare dal loro accento.

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