Fonopoli, che cos’è e che fine ha fatto il grande progetto musicale di Renato Zero

Conosciamo meglio il progetto Fonopoli, nato diversi anni fa dall’idea di Renato Zero con lo scopo di dare visibilità e spazio ai giovani artisti

Renato Zero
(Getty Images)

La nascita di Fonopoli avverrà ufficialmente solo nel 2010, solamente vent’anni dopo l’idea di Renato Zero. Il progetto è stato fin da subito uno dei grandi sogni dell’artista romano, anche se inizialmente il progetto non riguardava l’Associazione Culturale nata poi a Roma. L’idea sarebbe dovuta diventare una vera e propria cittadella musicale con l’appoggio del sindaco e alla volontà di trasformare quelle vie in “una sinfonia di Mozart con un musical di Broadway, un concerto rock con le note di un cantautore”, come aveva svelato nel 1993. Zero si era rivolto direttamente al sindaco, come si legge sul sito dell’associazione: “Preparati quindi ad assecondare questa mia ostinata voglia di cambiare il mondo. Inizieremo da Roma per poi ripetere l’esperienza in altre basi lungo la penisola per poter amplificare i nostri obiettivi. Faremo da soli, tutto quello che gli altri non sono riusciti a fare per noi”.

Come si legge, inoltre, sul sito dell’associazione: “Da un’idea di Renato Zero nasce l’Associazione Culturale Fonopoli, con i suoi progetti destinati a dare spazio e visibilità ai giovani, attraverso attività artistiche, culturali e formative. Le finalità dell’associazione sono estremamente ampie: la promozione, lo sviluppo e la salvaguardia del patrimonio artistico e culturale, attraverso iniziative che vanno dalla formazione all’orientamento, nonché alla promozione dello sviluppo imprenditoriale in ambito artistico con l’organizzazione e l’allestimento di spettacoli di musica leggera, teatro, danza, letteratura e cinema”.

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Fonopoli, l’idea di Renato Zero

Ai microfoni del settimanale “Gente” lo stesso artista romano ha successivamente rivelato: “Non ci sarà una sola proposta, ma due o tre tipi di spettacoli molto diversi tra loro: una sinfonia di Mozart, un musical degno Broadway, un concerto rock, la rappresentazione di un mimo o le canzoni di un cantautore. Noi vogliamo creare un centro di aggregazione che non riguarda solo l’emarginazione, ma dove ci sia posto per tutti”. Poi ha aggiunto: “Sarà una speranza per quelli che non ne hanno più. Piano piano le costruiremo attorno, oltre allo spettacolo, altre attività artigianali. Dobbiamo strappare tanti giovani alla strada e alla droga e veicolarli in questo villaggio straordinario che potrebbe essere un momento per sentirsi uniti al di là che tu sia rosso o nero, ebreo o ortodosso”.

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