Raccolse fondi per la figlia malata: ora è accusata di averla uccisa

Ha finto che sua figlia avesse il cancro e l’ha lasciata morire di fame: la mamma killer è stata incastrata dalla Polizia e adesso dovrà vedersela con la giustizia. 

Kelly Renne Turner, anche conosciuta come Kelly Gant, è stata smascherata a due anni di distanza dalla morte della figlia: è stata lei, la mamma 41enne del Colorado, a uccidere la bimba e ora ci sono le prove. Dal quadro giudiziario emerge una storia terribile. La donna è riuscita a convincere i medici che avrebbero dovuto rianimare la piccola Olivia, di soli 7 anni, a lasciarla morire.

Ma Olivia, contrariamente a quanto lei sosteneva, non era malata terminale di cancro. E’ morta letteralmente di fame perché i medici, manovrati dalla madre, hanno smesso di nutrirla. A questa conclusione è giunta una lunga e complessa inchiesta che ha impegnato, su diversi piani, tutti gli inquirenti e le forze di Polizia.

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Una figlia innocente nella trappola della mamma killer

Olivia Gant è deceduta nel 2017 per un’insufficienza intestinale dovuta a tutta una serie di malattie contro cui aveva combattuto fino all’ultimo. Questo, almeno ufficialmente, il resoconto di una vicenda che si è consumata in Colorado e dalla quale ora emergono dei retroscena inquietanti e incredibili. Kelly Renee Turner aveva messo in piedi una “macchina della propaganda” spaventosa quanto ben organizzata, atta a smuovere i sentimenti dell’opinione pubblica nei confronti della figlioletta malata di cancro al cervello, inoperabile e in fin di vita (a suo dire). La piccola, secondo quando raccontato dalla mamma killer, avrebbe iniziato a stare male a 13 mesi. La sua storia era finita anche in un blog intitolato “Preghiere per Olivia Gant” e ne era scaturita una raccolta fondi su GoFundMe.

Gli inquirenti ipotizzano che la 41enne possa essere affetta dalla sindrome di Münchhausen, un disturbo che porta le persone a fingere di soffrire di determinati traumi o malattie per attirare l’attenzione su di sé. In questo caso, Kelly avrebbe “usato” come pedina la piccola Olivia, che a quanto pare godeva di un buono stato di salute, somministrandole farmaci non necessari e addirittura facendole compilare una lista delle cose da fare prima di morire. Ai medici avrebbe poi detto che, date le sue condizioni, lasciarla morire sarebbe stato un atto di generosità. Ci è voluta l’esumazione del cadavere della bimba, lo scorso anno, per dimostrare in modo inoppugnabile che molte della patologie dichiarate dalla donna erano pura e abominevole fantasia.

EDS

 

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