Tunisino Torino, piantonato in ospedale dopo l’arresto tenta il suicidio

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Cittadino tunisino a Torino prova a togliersi la vita nel reparto di Psichiatria dell’ospedale Le Molinette FOTO viagginews

Un uomo, cittadino tunisino, a Torino prova ad attuare il suicidio mentre è piantonato all’ospedale Le Molinette. Aveva tentato di uccidere la compagna.

Il cittadino tunisino detenuto a Torino ed arrestato qualche giorno fa ha provato il suicidio. Il fatto è avvenuto all’ospedale Le Molinette del capoluogo piemontese, dove Mohamed Safi, 36 anni, si trova nel reparto di Psichiatria. L’uomo ha tentato di tagliare la gola alla sua compagna tra venerdì e sabato, durante una lite avvenuta di notte in strada. Lei aveva scoperto che il magrebino aveva ucciso un’altra donna in passato, con la quale aveva intrattenuto una relazione. Per questo motivo voleva lasciarlo. Per fortuna Safi non è riuscito ad uccidere anche quest’altra persona ed anzi, è stato tratto in arresto. Portato nel reparto di Psichiatria, l’uomo ha tentato di togliersi la vita utilizzando un camice monouso e dei brandelli di garza. Essendo piantonato, ogni sua mossa è stata costantemente tenuta sotto osservazione da parte di alcuni agenti della polizia penitenziaria.

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Tunisino Torino, il no per una sigaretta la causa del suo tentato suicidio

Sono stati proprio alcuni membri presenti in quel momento in ospedale a soccorrerlo immediatamente. Pare che il tunisino detenuto a Torino avesse preso molto male il diniego ad una sua richiesta di ottenere una sigaretta. Tanto sarebbe bastato per scatenare il gesto inconsulto. Safi e la ormai sua ex fidanzata si erano conosciuti all’incirca sei mesi fa. Tutto sembrava andare bene prima che lei apprendesse dei problemi avuti con la giustizia in passato da parte dell’uomo. Per l’omicidio compiuto nel 2008 il tunisino stava scontando una pena di 12 anni. Grazie ad un permesso di lavoro Safi può uscire dal carcere di giorno per poi tornare in carcere di notte, entro le 02:00 al massimo. La precedente vittima del magrebino, la 21enne Alessandra Mainolfi di Bergamo, morì a causa di svariate pugnalate inferte con inaudita violenza. L’aggressione di adesso è avvenuta a Milano davanti a diversi presenti.

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