Bimbo nato morto “buttato via” dal medico: “Può sempre farne un altro”

Kristal Amezquita, una giovane californiana, ha raccontato in un blog l’esperienza della devastante perdita del suo bimbo. 

Una donna con il cuore spezzato racconta il parto di un bimbo nato morto e “gettato via” con cruda insensibilità dallo staff medico. Che, per cercare di confortarla, le ha fatto capire che “potevo sempre avere altri figli”. Kristal Amezquita, di Temecula, in California, ha ripercorso la sua esperienza in un devastante post sul blog Love What Matters.

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La frase choc del medico sul bimbo morto

Era il 2017 quando Kristal e il suo compagno Diego, insieme al quale stava da tre mesi, hanno scoperto di essere in dolce attesa. “Sin da quando ero ragazza sapevo che volevo diventare una mamma – ha scritto lei -. Ho sempre scherzato sul fatto che ero stata messo sulla terra per essere una mamma”.

La coppia ha tenuto una “festa di rivelazione di genere” in aprile e ha condiviso le notizie dell’arrivo del bambino sui social media, annunciando che lo avrebbero chiamato “Ian”. Ma a cinque mesi dall’inizio della gravidanza Kristal, allora 23enne, iniziò a sentire dolori che destavano preoccupazione. Di qui la disperata corsa al pronto soccorso. “Vorrei aver fatto le cose in modo diverso. Vorrei aver ascoltato il mio istinto dicendo che qualcosa non andava”, è la sua riflessione col senno di poi.

Quando le si sono rotte le acque, Kristal si è resa conto della gravità della situazione  – era alla 21° settimana – ed è diventata inconsolabile. “Dopo due spinte, mi è stato chiesto se volevo tenerlo”, ricorda. “Ero così scioccata. Il che ha fatto nascere Ian lo ha lasciato cadere mentre continuava a ripetermi: ‘Va bene, sei giovane, ne avrai di più, sei ok'”. E aggiunge: “Mia madre ha detto che le sembrava che fosse stato gettato via con tutta la spazzatura… Dato che Ian era così piccolo, è scivolato via e non sono riusciti a riprenderlo”.  Di lui ora le restano solo pochi preziosi oggetti ma – conclude Kristal – “non lo ho mai dimenticato ed è sempre nei nostri pensieri e nelle nostre preghiere. So che è nel mio cuore e questo mi dà conforto.”

EDS

 

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