Valeria Imbrogno, chi è la compagna di Dj Fabo: età e vita privata

Valeria Imbrogno, pugile professionista e laureata in Psicologia, è nota soprattutto come la compagna di Dj Fabo. Ecco tutto quel che c’è da sapere su di lei.  

Una boxeur psicologa: è questa, in due parole, la descrizione di Valeria Imbrogno, il cui nome è finito su tutti i giornali per via della tragica vicenda Dj Fabo, suo fidanzato per molti anni, morto con il suicidio assistito in Svizzera il 27 febbraio 2017. Conosciamola più da vicino.

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L’identikit di Valeria Imbrogno

Valeria Imbrogno, milanese, 39 anni, è una psicologa specializzata in criminologia che segue progetti di riabilitazione alla devianza nelle carceri milanesi di Bollate e San Vittore. Di recente ha lavorato in missione ad Haiti per Medici senza frontiere. Trasferitasi in India, dove ha vissuto con Dj Fabo per cinque anni, ha collaborato con alcune Ong locali in progetti solidali e di riabilitazione da dipendenze, portando avanti contemporaneamente la sua passione per la boxe con dei corsi di pugilato per bambini.

Come accennato, infatti, Valeria Imbrogno è pugile professionista, campionessa del mondo pro di kickboxing, e due volte campionessa italiana di pugilato. Bronzo agli europei di boxe 2006 con la Nazionale femminile, è riuscita a vincere il titolo europeo Ebu. Il suo sogno è finire la carriera con una chance per il titolo del mondo.

Valeria Imbrogno ha assistito per due anni e nove mesi Dj Fabo dopo l’incidente d’auto che l’ha reso tetraplegico e cieco, e nel febbraio 2017 lo ha accompagnato in Svizzera per il suicidio assistito con il radicale Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni impegnato nella lotta per il diritto all’eutanasia.

Nel 2018 Valeria Imbrogno ha scritto il libro Prometto di perderti, io Dj Fabo e la vita più bella del mondo (edito da Baldini e Castoldi) che è il racconto della loro storia d’amore da quando si sono conosciuti a quando si sono separati e vuole testimoniare che “la morte non può spezzare la vita più bella del mondo”. “Prima mi soffermavo di più nelle zone grigie, accettavo cose che non mi piacevano – ha raccontato lei stessa -. Adesso vedo più chiaramente il bianco e il nero. Se qualcosa non mi convince, non ci spreco parole ed energie. È la sua eredità, per cui lo devo ringraziare”.

EDS

 

 

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