Francia-Turchia annullata: la verità sulla partita di Parigi

Francia-Turchia annullata: le voci si stanno rincorrendo in queste ore, la verità sulla partita di Parigi e il precedente celebre del 1976.

(AFP via Getty Images)

Si stanno susseguendo le voci circa un annullamento della partita tra Francia e Turchia di stasera a Parigi, dopo quanto sta accadendo in queste ore nel nord della Siria. Non ha certamente contribuito a rasserenare gli animi il gesto compiuto dai calciatori turchi nella sfida contro l’Albania. Sull’uno a zero realizzato al 90°, infatti, la squadra turca ha fatto in maniera compatta il saluto militare, indicando vicinanza ai propri soldati. Un gesto che però è stato condannato da più parti.

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La verità su Francia-Turchia: non sarà annullata

In realtà, la richiesta di annullare la partita parte da diversi politici in Francia. Tra questi, il leader del centro destra francese, l’UDI, Jean-Cristophe Lagarde, che twitta: “Col saluto militare, la Nazionale turca ha superato il confine che deve separare sport e politica. Non possiamo accogliere domani chi saluta così il massacro ai nostri alleati Curdi. Una partita non può essere una petizione politica per un esercito e per un regime che massacra i nostri amici curdi”.

Si tratta di una posizione che in Italia trova la sponda dell’economista Oscar Giannino: “Non ditemi che sport non c’entra niente. E neanche che sarebbe un favore a Erdogan. Mentre civili curdi muoiono sotto bombe turche, per me Francia-Turchia di calcio per europei stasera non si dovrebbe giocare. Spiegherebbe più questo ai turchi come la pensiamo, di ogni blabla”. Da parte sua, il Governo francese spiega che la decisione finale spetta all’Uefa e la Federcalcio francese si unisce a questa linea: “Con la posizione unilaterale di non partecipare al match, si correrebbe il rischio di perdere la gara a tavolino e per noi è fuori discussione. Anche dal punto di vista politico, sarebbe un segno di debolezza”.

Il precedente: la Coppa Davis del 1976 vinta dall’Italia

A tal proposito c’è un precedente illustre, che viene usato spesso come metro di paragone. Parliamo dell’edizione 1976 della Coppa Davis di tennis, l’unica vinta dall’Italia. Gli azzurri, guidati da Adriano Panatta, superarono la fase europea e in semifinale vinsero 3-2 contro l’Australia. Nell’altra semifinale, si sarebbero invece dovuti affrontare l’Urss e il Cile. La nazionale sovietica in segno di protesta contro il regime di Augusto Pinochet non scese in campo.

Il Cile arrivò quindi in finale per forfait dell’avversario, a cui vennero comminati due anni di squalifica dalla competizione. In finale, giocata a Santiago del Cile, l’Italia strapazzò la squadra sudamericana per 4-1. A tal proposito, Adriano Panatta ricorderà qualche anno più tardi di aver chiesto al compagno di squadra, Paolo Bertolucci, di presentarsi in campo con una maglietta rossa, sfidando così apertamente il regime. Prima del match, in Italia, in molti polemizzarono contro la scelta della Nazionale di tennis di affrontare il Cile e il capitano Nicola Pietrangeli subì anche delle minacce telefoniche.

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