Verona, uccise mamma e sorellina: ora avrà uno sconto di pena. Non lo fece per “futili motivi”

Verona, uccise la mamma e poi la sorellina che aveva visto tutto per farla tacere: ora l’assassino avrà uno sconto di pena. Secondo i giudici non lo fece per “futili motivi”. 

Lui è Andrei Filip, un bracciante romeno di 23 anni condannato in appello a 30 anni di carcere per aver ucciso la madre e la sorella. Insieme a lui è stata condannata a 14 anni la sua complice e aiutante, la fidanzata Loredana Negru. L’uomo, il 13 febbraio del 2016 ad Albaredo in provincia di Verona tagliò la gola alla madre poi strangolò la sorellastra di 11 anni che aveva assistito al delitto. In seguito fece a pezzi i due corpi, li chiuse in alcuni sacchi e li buttò nel fiume Adige.

La decisione incredibile dei giudici della Cassazione

Ora incredibilmente, come riporta anche il settimanale Giallo, i giudici della Cassazione hanno ordinato di ripetere il processo ad Andrei Filip eliminando l’aggravante dei futili motivi per quanto riguarda l’omicidio della sorella. “Il movente di eliminare il testimone di un omicidio non può rientrare nei motivi turpi, ignobili o vili”. In questo modo l’assassino potrà sicuramente usufruire di uno sconto di pena ed uscire dal carcere ben prima dei 30 anni previsti dalla condanna. Esulta per la decisione l’avvocato di Filip, Roberto Rigoni, che ha sempre sostenuto che un assassino che elimina un testimone scomodo non persegue una finalità ignobile, ma commette un nuovo crimine per avere l’impunità. Va anche detto tra l’altro che in primo grado l’assassino era stato condannato all’ergastolo e in appello la pena era stata ridotta a 30 anni per seminfermità mentale.

La confessione del terribile omicidio

L’idea che la pena possa essere ridotta fa venire i brividi. Gli stessi che vengono sentendo la confessione dell’uomo: “Mia madre è venuta al piano di sopra chiedendomi quando avessi l’intenzione di andarmene finalmente di casa. Abbiamo litigato e le ho piantato una coltellata alla gola. Al piano terra c’era Larisa, le ho chiesto di salire che la mamma le voleva parlare. L’ha vista a terra, ha urlato e non appena si è voltata io le ho stretto le mani al collo e l’ho strangolata”.

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