Giovani “trans” vogliono tornare al sesso originario: centinaia di casi in UK

La clinica Tavistock di Londra ha effettuato migliaia di “transizioni” su giovani trans minori (con un boom di ragazze preadolescenti).

La notizia arriva dal Regno Unito: centinaia di giovani trans stanno cercando di tornare al loro sesso originario. Sono già migliaia le “transizioni” effettuate su minori (con un boom di ragazze preadolescenti) dalla clinica Tavistock di Londra. E ora le autorità d’Oltremanica apriranno probabilmente un’inchiesta.

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Il fenomeno dei giovani trans alla riscoperta di se stessi

A quanto pare sono molte le persone che hanno subìto un intervento di “riassegnazione di genere” e che vorrebbero non averlo mai fatto. In particolare, centinaia di giovani trans “pentiti” stanno cercando aiuto per tornare al loro sesso originario. Per dar loro una risposta sta nascendo un’apposita associazione benefica.

Al momento non ci sono dati ufficiali che riflettono il numero di persone “infelici” nel loro nuovo genere o che potrebbero optare per il “ritorno” al loro sesso biologico. A far luce sul fenomeno è una ragazza, Charlie Evans, 28 anni, nata femmina e diventata un ragazzo dopo essersi sottoposta a un’operazione chirurgica, per poi decidere, a 10 anni di distanza dal cambio di sesso, di tornare a essere di nuovo una ragazza. L’anno scorso ha reso pubblica la sua storia e ha detto di essere rimasta sbalordita dal numero di persone che si trovano nella sua stessa condizione.

“Sono in contatto con diciannovenne e ventenni che hanno subito un intervento chirurgico di riassegnazione di genere che vorrebbero non averlo mai fatto: la loro disforia non è stata alleviata, non si sentono meglio”, spiega Charlie. “E non sanno quali siano le loro opzioni adesso”. Charlie rivela quindi di essere stata contattata da “centinaia” di persone in cerca di aiuto – 30 persone sole nella sua zona di Newcastle, in Inghilterra. “Penso che alcune delle caratteristiche comuni siano che tendono ad essere ventenni, per lo più donne e per lo più attratte dallo stesso sesso, e spesso anche autistiche”.

Il guaio è che queste persone, a quanto pare, si sentono emarginate da tutte e da tutti: anche dalla comunità LGBT che le considererebbe dei “traditori”. Anche per questo Charlie sta ora promuovendo un ente di beneficenza chiamato The Detransition Advocacy Network: il primo incontro dei sostenitori si terrà a Manchester alla fine di questo mese.

EDS

 

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