Mamma si getta dall’ottavo piano, nell’ultimo referto ammetteva i suoi errori

Mamma si getta dall'ottavo pianoEmergono ulteriori notizie riguardanti la mamma che si è gettata dall’ottavo piano di una palazzina. Nell’ultimo referto ammetteva di aver commesso errori.

Lunedì scorso una donna si è gettata dall’ottavo piano di una palazzina in via Regina Margherita, a Milano, con in braccio la figlia di due anni e mezzo. Per fortuna la bambina si è salvata, ma le sue condizioni sono ancora gravi ed è tutt’ora ricoverata all’ospedale Niguarda. Ciò che è emerso nei giorni successivi alla tragedia fa chiedere se questa non potesse essere evitata.

Il padre della bambina, infatti, aveva lanciato un accorato appello per salvaguardare la vita della figlia. Aveva denunciato gli istinti suicidi della donna, il suo stile di vita non consono alle prescrizioni, la minaccia di voler uccidere la figlia e un episodio di abbandono di minore. Con istanze urgenti presentate in tribunale (il 2 ed il 9 settembre) e nell’udienza del 12 settembre, i suoi legali avevano portato documentazioni atte a dimostrare le accuse. In quella sede avevano chiesto che le fosse tolta la custodia della bambina o che, quantomeno, fossero aumentate le misure di sicurezza.

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Mamma si getta dall’ottavo piano, l’ultimo referto

Nella comunità in cui avrebbe dovuto vivere la donna con la bambina erano a conoscenza del fatto che da tempo non rispettava gli obblighi. Sebbene non fosse libera di decidere dove vivere, la donna aveva ripetutamente violato le disposizioni del tribunale. Già questo avrebbe dovuto fare suonare qualche allarme, ma così non è stato visto che, come riporta il ‘Corriere della Sera‘, il personale della struttura si è limitato a blandi richiami.

A quanto pare anche i servizi sociali erano a conoscenza delle continue violazioni della donna. Nell’ultima relazione, infatti, viene certificato che la donna non vive più nella comunità in cui è stata assegnata. Viene aggiunto che gli è stata proposta un’altra comunità ma che questa l’ha rifiutata. La signora spiega loro di vivere in un suo appartamento, come se fosse libera di farlo (non lo era). Come mai allora non è stata denunciata? Come mai non si è operato d’urgenza per sottrarle quella bambina la cui custodia era affidata ai servizi sociali sin dalla nascita?

I servizi sociali ritengono che la donna si sia ravveduta, poiché ha ammesso di aver commesso dei gravi errori. La fiducia nei confronti della donna proviene anche dai referti della comunità, dove si evince che questa ha recuperato serenità e sta creando un rapporto fertile con la figlia. Le uniche criticità che emergono da questa sono legate ad un rapporto conflittuale con il padre della bambina.

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