Juve ultras arrestati, Daspo decennali dopo ‘Last Banner’: il club temeva ritorsioni

Juve ultras arrestati
Last Banner, Juve ultras arrestati: manette e Daspo di 10 anni – FOTO :© Getty Images

Juve ultras arrestati – L’operazione ‘Last Banner’ ha portato ad arresti e provvedimenti pesanti nei confronti di diversi capi ultra bianconeri. Le ultime Juve news in merito.

Continua l’operazione ‘Last Banner‘, che ha interessato le Juve news negli ultimi mesi, creando anche un certo scalpore. Infatti è ormai nota l’esistenza di rapporti tra il club bianconero ed una frangia considerevole della curva organizzata legata alla malavita. Rapporti che la società di Andrea Agnelli ha voluto recidere con decisione nel 2018, togliendo i privilegi che i capiultras di diversi gruppi curvaioli erano riusciti ad ottenere. La Questura di Torino ha inoltrato 38 provvedimenti di Daspo nei confronti di altrettanti esponenti di spicco degli ultras juventini, proprio nell’ambito dell’inchiesta ‘Last Banner’. E per alcuni di essi il divieto di mettere piede in qualsiasi stadio d’Italia ha una estensione di addirittura 10 anni. È la prima volta che capita e la cosa lascia capire quanto grave fosse la situazione. Alle ore 10:30 verrà svolta una conferenza stampa proprio in Questura a Torino in proposito.

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Juve ultras arrestati, i nomi principali

I gruppi di tifosi della Juventus coinvolti sono tra gli altri “Drughi”, “Tradizione-Antichi valori”, “Viking”, “Nucleo 1985” e “Quelli… di via Filadelfia”. I loro maggiori esponenti sono accusati di avere messo su un accordo per la gestione ‘militare’ della curva, con il club campione d’Italia in carica parte lesa in tutto ciò. Lo scorso 16 settembre sono scattate le manette per i vari Dino Mocciola, a capo dei Drughi, Salvatore Cava, Domenico Scarano, Umberto Toia, leader di Tradizione, Luca Pavarino e Sergio Genre. Disposti invece gli arresti domiciliari per Fabio Trinchero, Giuseppe Franzo, Christina Fasoli e Roberto Drago mentre è stato emesso un obbligo di dimora per Massimo Toia e Massimo Corrado Vitale. Per tutti questi soggetti le accuse contestate sono quelle di associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata.

La società aveva paura di azioni di rivolta dai suoi ultras

A portare avanti l’inchiesta coordinata dalla Questura di Torino è stata la Digos, e come detto tutto era partito da una denuncia proprio della Juventus, vittima di una vera e propria estorsione con contestazioni appositamente organizzate per creare problemi alla dirigenza. Questa voleva essere una sorta di punizione da parte degli ultras faziosi, indispettiti dal non avere più ricevuto biglietti gratuiti ed altri privilegi dal club. I tifosi coinvolti nell’operazione ‘Last Banner’ erano riusciti comunque a mettere le mani sui tagliandi delle gare casalinghe della squadra bianconera grazie alla complicità di biglietterie compiacenti. La Gazzetta dello Sport riferisce anche del timore avvertito dalla Juventus di vedersi rovinare la festa scudetto 2017/2018 proprio dai suoi ultras organizzati in rivolta. “La Questura diede ordine di troncare qualsiasi collegamento con i curvaioli. C’era da parte della società il timore di azioni violente ed una invasione di campo avrebbe potuto rappresentare una problematica seria”.

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