Caso Yara, falso consulente entra in carcere per parlare con Bossetti

Massimo BossettiIl consulente informati della Procura di Brescia Cesare Marini ha sporto denuncia contro ignoti: un uomo si è spacciato per lui ed ha parlato con Bossetti.

L’omicidio di Yara Gambirario ha sconvolto l’opinione pubblica ed ha rappresentato uno dei casi di cronaca nera più discussi del nostro Paese. Per rintracciare il colpevole, infatti, è stato effettuato un esame del dna su larga scala per trovare delle corrispondenze con le tracce corporee trovate sugli indumenti della ragazzina. I test hanno dato corrispondenza con Massimo Bossetti, muratore di Mapello che si dichiara tutt’ora innocente. L’uomo è stato condannato in via definitiva all’ergastolo (il 12 ottobre del 2018 è arrivata la conferma della Cassazione) e sta scontando la pena nel carcere di Brescia.

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Si finge un consulente della Procura per parlare con Bossetti

In questi anni gli avvocati di Bossetti hanno cercato in vario modo di scagionare il loro assistito puntando prove non esaminate. L’obbiettivo era quello di dimostrare l’incongruenza di queste con la ricostruzione dell’omicidio fatta dalla Procura. Le prove portate in tribunale non sono state ritenute sufficienti a scagionarlo. Adesso, però, pare che qualcuno abbia suggerito una nuova strategia difensiva a Bossetti.

Nelle scorse ore il consulente informatico della Procura di Brescia Cesare Marini ha presentato denuncia contro ignoti. A quanto pare qualcuno si è introdotto in carcere fingendosi lui per poter colloquiare con il prigioniero. Durante il colloquio il misterioso uomo avrebbe suggerito una nuova linea difensiva collegata alle prova del Dna. Dopo la denuncia di Marini, i Carabinieri stanno indagando per capire come abbia fatto il falso consulente a ingannare le guardie. Attraverso le telecamere del carcere dovrebbe essere possibile vedere il volto dell’uomo e risalire alla sua identità.

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