La US Navy conferma la presenza di Ufo nei cieli: “Autentici ma non spiegabili”

La Us Navy conferma la presenza di ufo nei cieliDopo decenni di teorie, immagini, video e presunti avvistamenti la Us Navy ha confermato che ci sono video che riprendono autentici Ufo, ma che non si sa cosa siano.

Sin dal 1955, dopo il presunto incidente a Roswell (New Mexico), negli Usa si è alimentata una mitologia degli Ufo ed è sorta una specie di indagine sulla presenza extra terrestre sulla terra. Molte delle teorie cospirazioniste concordano nell’affermare che il governo americano sarebbe entrato a contatto con forme di vita e mezzi aerei di origine aliena. Molte prove sarebbero contenuta nella arcinota Area 51 (talmente nota che è nato un evento Facebook in cui si invitava i curiosi all’invasione). Solo recentemente il governo ha ammesso l’esistenza della base militare, ma ha smentito che all’interno vi sia del materiale alieno; è stato spiegato che si tratta semplicemente di una base dedita alla sperimentazione militare e alle esercitazioni e che per questo motivo le attività al suo interno sono tenute top secret.

Tutto frutto d’immaginazione dunque? Non proprio visto che di recente la Marina Militare americana (la Us Navy) ha ammesso che tra il 2004 ed il 2015 diversi piloti hanno filmato nei cieli alcuni fenomeni aerei inspiegabili (nuova denominazione per gli Ufo). La Us Navy ha spinto tutti coloro si dovessero imbattere in simili fenomeni a filmarli per cercare di capire di cosa si tratta.

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La Us Navy conferma la presenza nei cieli di fenomeni aerei inspiegabili

I filmati in questione sono stati ripresi durante delle esercitazioni militari e mostrano degli oggetti volanti senza ali. Tali oggetti sono in grado di compiere manovre di evasione rapidissime che sfidano le leggi della fisica e di scomparire dai radar a velocità supersoniche. Di cosa si tratta? Il portavoce della Marina Gradisher non si sbilancia ma dice: “Potrebbero essere di tutto, anche una minaccia per le operazioni e per i piloti”. I filmati di questi fenomeni sono stati condivisi per la prima volta nel dicembre del 2017 dal New York Times.

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