San Gennaro, chi era: storia del vescovo martire patrono di Napoli

San Gennaro, chi eraScopriamo chi era San Gennaro: ecco la storia del vescovo divenuto martire per la fede ed ora Santo Patrono della città di Napoli.

Oggi chiunque conosce, anche chi non ha una spiccata fede cristiana, la devozione particolare che i cittadini partenopei nutrono per San Gennaro. Ogni anno, infatti, il 19 settembre viene celebrato il giorno della sua ascensione in cielo e si attende che si rinnovi il miracolo della liquefazione del Sangue.  La prima volta in cui è attestato il miracolo è il 1389. Meno conosciuta è la storia della sua vita, le ragioni del martirio e quelle che lo hanno fatto diventare il principale patrono di Napoli. Ripercorriamo dunque la storia di questo Santo, divenuto martire per difendere la propria fede dalle persecuzioni volute da Diocleziano.

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La storia di San Gennaro

Essendo vissuto nel III secolo d.C., le notizie sulla vita di questo santo sono scarne e miste a leggende popolari. Si ritiene comunemente che sia nato nel 272 d.C. ma incerto è il suo luogo di nascita, poiché non riportato da nessuna parte. Alcuni ritengono sia nato a Benevento, città in cui ha operato in qualità di Vescovo, altri che sia nato a Napoli, la città in cui si è verificato il miracolo della liquefazione. C’è anche una terza corrente di pensiero che colloca la sua nascita a Calafatoni, nel vibonese.

Se si eccettuano fatti mitologici come quello che lo vede sopravvivere ad una fornace ardente, si conoscono pochi dettagli sulla vita di questo Vescovo vissuto solamente 33 anni. La versione più accreditata sul suo martirio è quella di una vista pastorale interrotta dal governatore campano Dragonzio. Come Vescovo di Benevento, San Gennaro si era recato a Pozzuoli per una visita pastorale insieme al lettore Desiderio e al Diacono Festo. Giunto in quel luogo venne a conoscenza dell’arresto di Sossio, diacono con il quale aveva discusso di fede e virtù in varie occasioni.

Deciso a liberare l’amico, San Gennaro si recò dal governatore per parlamentare la sua scarcerazione. Durante il colloquio il Santo ammise la sua fede cristiana e venne imprigionato insieme a Desiderio e Festo. Dopo un periodo di prigionia e tortura finalizzate a far loro rinnegare la fede in Cristo, i prigionieri vennero decapitati in pubblica piazza. Si narra che in quel giorno, il 19 settembre del 305, una serva raccolse il sangue del Santo martirizzato in due ampolle, le stesse che oggi sono conservate nel Duomo di Napoli.

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