Mattia Ennas non si è suicidato: “In quel palazzo lo aspettava il suo assassino”

Mattia Ennas, il 19enne morto a Cagliari, non si è suicidato: “In casa lo aspettava il suo assassino”. La famiglia non accetta l’ipotesi del suicidio. 

Mattia Ennas

Sono tanti gli aspetti e gli elementi che non tornano in merito alla morte del giovane Mattia Ennas. Il 19enne residente a Quartu Sant’Elena è stato trovato morto alle 8 del mattino dello scorso 25 agosto. Era ai piedi di un palazzo in un quartiere periferico di Cagliari. Da subito si è parlato di suicidio, ma si tratta di una teoria mai accettata dalla sua famiglia.

Cosa è successo davvero al giovane Mattia Ennas: l’appello della famiglia

L’avvocato della famiglia Ennas Gianfranco Piscitelli parla al settimanale Giallo e spiega: “Ci sono molti punti oscuri nella morte di Mattia. Papà Valerio e mamma Ornella hanno il diritto di sapere come è morto il loro amato figlio. In questi giorni abbiamo riscontrato molte incongruenze nella ricostruzione dei fatti che ci è stata fornita dagli inquirenti che, a nostro modo di vedere, hanno frettolosamente ritenuto che si sia trattato di un suicidio. Noi pensiamo che dietro la morte di Mattia si nascondano fatti e circostanza non ancora appurati. Per questo intendiamo fare un appello a chiunque quella notte tra il 24 e il 25 agosto abbia visto o saputo qualcosa sulla morte di Mattia”. Le domande sono tante: chi ha rubato cellulare e portafogli del ragazzo poco prima della tragedia? Perché una volta riaccompagnato a casa dagli amici invece di salire nella sua abitazione ha preso un pullman per raggiungere una zona periferica della città? Per quale motivo avrebbe dovuto uccidersi? Perché lì e in quel momento?

La ricostruzione dell’accaduto e gli elementi che non tornano

L’avvocato di famiglia spiega tutti i dettagli della vicenda ai colleghi di Giallo: “Mattia non faceva uso di droghe, era allegro. Aveva un lavoro e molte soddisfazioni personali. Non c’è un solo aspetto che lasciasse presagire che di lì a poco si sarebbe ucciso. C’è un buco di circa 4 ore e più precisamente dalle 3.30 alle 8 del 25 agosto. Mattia aveva forse un appuntamento? E se sì con chi doveva incontrarsi? Il furto che aveva subito ha attinenza con la sua morte? Non si può escludere a priori come hanno fatto gli inquirenti che Mattia in quel palazzo dovesse incontrare qualcuno. Forse ad aspettarlo c’era il suo assassino. E se magari stava andando a recuperare il portafogli che gli avevano rubato poche ore prima? Era entrato in contatto con i ladri? E’ necessario che venga disposta anche un’autopsia”.

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