Massimo Sebastiani confessa: “Ho ucciso Elisa perché non voleva più vedermi”

Massimo Sebastiani confessa: “Ho ucciso Elisa perché non voleva più vedermi”. L’uomo non accettava di non poter averla. Le telecamere di un’azienda hanno ripreso tutto.

massimo sebastiani

Si è conclusa nel peggiore dei modi la vicenda di Elisa Pomarelli, uccisa dal suo amico Massimo Sebastiani, un uomo del quale sia lei che la sua famiglia si fidavano. In base a quanto ricostruito Elisa stava apprendendo il lavoro in campagna da Massimo che le aveva insegnato il mestiere. Lei era diventata la sua aiutante nei campi e lui si era innamorato di lei nonostante come è stato detto nelle scorse settimane Elisa non avesse alcun interesse verso di lui da un punto di vista amoroso e relazionale. Elisa infatti era omosessuale e per lei quello con Massimo era un rapporto fraterno, nulla di più.

Massimo Sebastiani, ecco perché l’ha uccisa e come

Quando la ragazza gli ha comunicato di aver trovato altri lavoretti e di dover abbandonare l’attività in campagna che svolgevano insieme Massimo si è visto cadere il mondo addosso, ha visto la sua preda, il suo obiettivo sfuggirgli di mano e così ha deciso che doveva punirla, doveva impedirle di proseguire la sua vita da sola lontano da lui. I due dopo aver pranzato sono andati nell’abitazione di lui a Campogrande di Carpaneto. Qui Sebastiani ha strangolato Elisa a mani nude. poi ha caricato il cadavere nel bagagliaio della sua Honda Civic e si è diretto verso il bosco. Qui ha scaricato e nascosto il corpo in una zona di difficile accesso e poi si è dileguato. Per 14 giorni gli inquirenti hanno cercato i due, ma dopo i primi momenti si è capito subito ciò che poteva essere accaduto. Anche perché le telecamere di sicurezza dell’azienda Lm Mortari piazzate sul tetto hanno ripreso il retro dell’abitazione dell’uomo e hanno permesso agli inquirenti di vedere ciò che è accaduto.

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Le telecamere di un’azienda hanno ripreso tutto l’omicidio di Elisa Pomarelli

Elisa era nel pollaio a raccogliere le uova quando l’uomo che lei considerava un amico fraterno è arrivato e l’ha spinta con violenza facendola sbattere contro un’asse del pollaio. Poi l’ha presa con forza inaudita per il collo e l’ha strangolata. In 30 secondi l’ha uccisa, poi ha lasciato il suo corpo senza vita per 10 minuti lì nel pollaio e infine l’ha presa e portata in auto trascinandola fuori da quel luogo con le braccia penzoloni orami priva di vita. Tutto ripreso dalle telecamere, tutto tremendamente chiaro e sotto gli occhi di tutti. Così come era sotto gli occhi di tutti che quell’uomo non era affatto un gigante buono, ma una persona disturbata (si è scoperto fosse anche un accumulatore seriale) e soprattutto violenta.

 

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