Maurizio Sarri, paura durante la malattia: “Non respiravo più”

Domani esordio in panchina per Maurizio Sarri, allenatore della Juventus che sfida la Fiorentina, paura durante la malattia: “Non respiravo più”.

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(Getty Images)

Dovrà attendere la terza giornata di campionato in programma domani, Maurizio Sarri per sedere sulla panchina della Juventus. L’allenatore napoletano ex Chelsea, infatti, è stato messo fuori gioco da una polmonite. Però adesso è pronto e lo dice in conferenza stampa alla vigilia di Fiorentina-Juventus: “Per un allenatore allenare e andare in panchina è la vita. Non è stato semplice rimanere fuori. Ringrazio i medici che mi hanno curato e mi hanno fatto capire che dovevo fare un piccolo passo indietro per non farne uno più lungo dopo. E’ stato pesante ma ero sereno perché lo staff tecnico andava alla grande in campo e in partita”.

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Maurizio Sarri torna a parlare da allenatore della Juventus: le sue parole

Spazio anche al caso Emre Can: “Avendo una lista di soli 22 giocatori per l’Europa andava fatta una scelta non semplice e nemmeno gratificante per l’allenatore. Ho fatto una scelta che fa parte del mio mestiere, condivisibile o meno. Chiaro che non mi fa piacere, perché sono coinvolti due giocatori importantissimi, ma è una scelta che conferma la forza della nostra rosa”. Quindi ricorda: “Io devo tener conto anche dell’aspetto emozionale, lasciare al giocatore la possibilità di buttare fuori, lasciarlo decantare e poi affrontarlo quando la situazione è più serena. Penso di avere l’età giusta per capire certi tipi di reazione”.

La malattia lo ha comunque turbato molto: “Paura ne ho avuta venti giorni fa quando non respiravo bene. Non lo sento come un esordio perché sono stato sempre al centro delle attività. I dottori hanno deciso di tenermi lontani da allenamenti e partite per sicurezza. Tornare a Firenze a 15 minuti da casa mia mi fa estremamente piacere”. Infine spazio allo scontro diretto vinto col Napoli: “Abbiamo aspettato troppo e abbiamo gestito alcune fasi con superficialità. E poi, non siamo ancora al top fisicamente. A Napoli c’era una differenza fra i 14/15 che giocavano di più e gli altri. Al Chelsea abbiamo adottato una rotazione forte, che ha coinvolto 18 giocatori. Adesso non siamo ancora totalmente pronti, ma l’obiettivo è avere 10 giocatori interscambiabili. Ho vissuto Juve-Napoli chiuso in una stanza. Umanamente mi è dispiaciuto per Koulibaly ma ho pensato che abbiamo meritato di vincere, sebbene l’episodio sia stato fortunoso”.

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