Francesca Barra, figlio perso in gravidanza: “Un dolore che molti non capiscono”

Francesca Barra
(Getty Images)

Dopo la sfilata sul red carpet di Venezia, Francesca Barra rivela in un’intervista quello che prova dopo aver perso il figlio in gravidanza.

Osservandola durante la camminata sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia, Francesca Barra dava l’illusione di essere la solita donna che abbiamo ammirato negli anni passati. Eppure in lei qualcosa è cambiato e quel giorno ha partecipato alla kermesse solo per dare forza al marito. Lo scorso mese di maggio, infatti, Francesca ha perso il figlio che portava in grembo e da quel giorno il dolore non l’ha più lasciata.

Raggiunta dal ‘Corriere‘ ha rivelato che qualche giorno prima si è svegliata di soprassalto ed ha detto a Claudio: “Non so se riesco a venire con te…Questo lutto è ancora troppo vivo dentro”. Il marito però le ha risposto che non poteva sottrarsi: “Senza di te non ce la posso fare. Sarà una cosa diversa, ma l’affronteremo insieme”. Si è fatta forza, è andata in palestra per allenarsi e sfogare rabbia e frustrazione e alla cerimonia non ha lasciato trasparire nulla.

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Francesca Barra: “Un lutto che molti non capiscono”

Nell’intervista rilasciata al ‘Corriere’, Francesca parla della morte del figlio in grembo come di una sconfitta. Lei e Claudio Santamaria avevano cercato a lungo di avere quel figlio e quando ci erano riusciti erano colmi di gioia. La giornalista racconta il momento in cui ha scoperto che c’erano dei problemi: “Durante un controllo, avevo portato Emma e Greta per conoscere il sesso del fratellino o della sorellina. Ma il ginecologo le ha fatte uscire, c’erano dei problemi… Ho pensato: io lo voglio lo stesso questo figlio. Ma non avevo il coraggio di dirlo a Claudio, mi sembrava una forzatura. E invece lui mi ha guardato e ha detto: ‘Io comunque lo voglio lo stesso'”.

La coppia ha cercato in ogni modo di fare sopravvivere il figlio, cercando aiuti specialistici che permettessero di portare a termine la gravidanza, ma in maggio si sono dovuti arrendere: “Ricordo il giorno che sono dovuta andare in clinica. Non volevo scendere dal taxi… Quando sono tornata a casa, la sera, ho cercato di essere normale, per i bambini, e mi sono messa a cucinare”, spiega Francesca che poi aggiunge: “Per la prima volta mi sono sentita vulnerabile. Ero stata troppo sicura di me, non avevo mai messo in conto nessun pericolo”.

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