Cosa è successo a Michael Schumacher: quanto tempo è stato in coma?

Che cosa è successo a Michael Schumacher, ultimi aggiornamenti sul suo stato di salute: quanto tempo è rimasto in coma l’ex pilota?

michael schumacher
(Mark Thompson/Getty Images)

Secondo quanto riferito, il sette volte campione del mondo di Formula 1 Michael Schumacher è sottoposto a terapia con cellule staminali in un ospedale di Parigi. Secondo Le Parisien, il cinquantenne è all’ospedale Georges-Pompidou nella capitale francese per la cura, che prevede la sostituzione di cellule danneggiate con cellule sane rimosse dal sangue o dal midollo osseo. Sempre fonti ospedaliere, rivelano che sarebbe cosciente.

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Michael Schumacher: dalla caduta al ricovero a Parigi

Schumacher, che si è ritirato dalle corse nel 2012, ha subito gravi lesioni alla testa dopo aver colpito la testa su una roccia mentre sciava sulle Alpi francesi nel dicembre 2013. Successivamente è stato portato d’urgenza in ospedale dove ha subito diverse operazioni salvavita. Da allora, niente abbiamo più saputo in concreto su come sta il campione. Schumacher ha trascorso del tempo in ospedale a Grenoble prima di essere trasferito all’ospedale universitario di Losanna, in Svizzera. Da qui venne dimesso nel settembre 2014 per continuare il suo recupero nella sua casa vicino al Lago di Ginevra.

Il campione per sei mesi dopo l’incidente ha vissuto in uno stato di coma indotto dai medici. Sua moglie Corinna ha pubblicato un raro aggiornamento a gennaio 2019 in vista del suo cinquantesimo compleanno, dicendo: “Potete essere sicuri che sia nelle migliori mani e che stiamo facendo tutto il possibile per aiutarlo”. In precedenza aveva parlato solo una volta della salute di suo marito. Successe quando era stato dimesso dall’ospedale nel 2014. A quel tempo aveva rilasciato una dichiarazione in cui chiedeva sostegno nella “lotta comune insieme a Michael”. Ulteriori aggiornamenti sulla sua salute arrivano dalla manager Sabine Kehm: “Considerando le gravi ferite subite, sono stati compiuti progressi nelle ultime settimane e mesi. C’è ancora, tuttavia, una strada lunga e difficile da percorrere”.

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