Bambino ucciso, aveva solo 6 mesi: la sua assassina una bimba di 11 anni

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Un bambino ucciso a 6 mesi da una ragazzina di 11 anni – FOTO: screenshot

Una adolescente è stata accusata della morte di un bambino ucciso ad appena 6 mesi. La madre di lei parla di incidente ma l’autopsia la smentisce.

Un episodio estremamente controverso che riguarda un bambino ucciso sta facendo discutere negli Stati Uniti. La vittima era un neonato di appena 6 mesi, che venne picchiato a morte da una ragazzina di soli 11 anni. Il fatto avvenne in un asilo nido di Chippewa Falls, nel Wisconsin. Adesso parla la madre della 11enne, che ha preso ovviamente le difese della figlia sostenendo come quest’ultima non volesse ammazzare il bebè. L’identità della donna non è stata resa nota, allo scopo di proteggere l’identità della bimba.

Lei ha parlato di incidente, nonostante la ragazzina sia stata accusata per omicidio di primo grado e giudicata come se fosse un’adulta. Il processo di primo grado si è svolto il 30 ottobre 2018, con i pubblici ministeri che sostennero la seguente tesi: la ragazzina lasciò cadere il piccolo Jaxen Liedl a terra per poi calpestargli la testa. Il piccino morì poi due giorni dopo in ospedale.

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Bambino ucciso, la 11enne ritenuta colpevole si trova in una clinica

La bimba invece è stata tenuta in cura presso un istituto di igiene mentale. Il corpicino di Jaxen venne sottoposto ad autopsia ed il responso del coroner fu che le ferite riscontrate non erano compatibili con un incidente e non potevano essere accidentali. Ma la mamma dell’11enne continua a sostenere di non ritenere che sua figlia possa avere agito in maniera consapevole. “La mia bimba mi ha detto che non lo ha fatto di proposito, ed io le credo”, ha affermato con forza la donna. La ragazzina si trova ancora nella struttura sanitaria. “È la persona più giovane lì dentro, il resto dei pazienti ha un minimo di età di 40 anni. E lei vuole tornare a casa”. Un amico di famiglia ha creato una pagina su Go Fund Me allo scopo di reperire i 50mila dollari necessari per pagare la cauzione che le consentirebbe di fare ritorno in famiglia.

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