Bibbiano, cosa sappiamo fino a questo momento sul sistema degli affidi illeciti

Il sistema degli affidi illeciti di Bibbiano ha visto coinvolti psicologi, medici, psichiatri e politici. Una brutta pagina di cronaca nera in cui le vere vittime sono i bambini, strappati alle famiglie d’origine.  Bibbiano - Leggilo

L’indagine, passata alle cronache con il nome di “Angeli e Demoni”, riguarda un sistema illecito di gestione dei minori in affido nel comune, sorretto e alimentato attraverso la manipolazione dei racconti e delle testimonianze dei bambini, sostenuta da assistenti sociali e psicologi. In sostanza, i minori venivano trattati come merce di scambio. Strappati alle famiglie d’origine, venivano affidati a conoscenti o a nuclei familiari in contatto con gli assistenti sociali che gestivano le cause del loro affidamento, dietro retribuzione o favori. I piccoli erano poi indotti, da psicologi o psichiatri, a dichiarare di aver subito abusi o violenze che giustificassero il loro affidamento ad altre famiglie.

L’indagine è iniziata nell’estate del 2018, quando gli inquirenti hanno ricevuto molte denunce, pervenute dai servizi sociali e indirizzate ai genitori dei bambini, accusati di aver compiuto violenze nei confronti dei propri figli. Al centro dell’indagine ci sono i servizi sociali dell’Unione Val d’Enza, un consorzio di sette comuni che condividono la gestione di molti servizi. Secondo i pubblici ministeri di Reggio Emilia, gli psicologi e gli assistenti sociali coinvolti nell’indagine miravano ad ottenere un guadagno sfruttando l’affidamento dei bambini. Per questo, arrivavano a falsificare documenti e a manipolare le dichiarazioni dei bambini per far emergere casi di abusi e violenze.

I nuclei principali

Stando a quanto emerso dalle intercettazioni, tutto iniziava con una segnalazione di elementi che potevano far pensare che ci fossero stati abusi sessuali o maltrattamenti. Bastava una frase riportata da un bambino ai maestri di scuola, o una denuncia di un parente, a far scattare la pratica di affido. Venivano inviate segnalazioni e relazioni all’Autorità Giudiziaria Minorile e alla Procura della Repubblica del Tribunale di Reggio Emilia. I minori, allontanati dalle famiglie d’origine, venivano poi mandati in una struttura pubblica di Bibbiano, “La Cura”, nata come un centro di sostegno per i minori vittime di violenza e abuso sessuale, in gestione a una onlus di Moncalieri, “Hansel e Gretel”, un centro privato specializzato in abusi su minori gestito da Claudio Foti e da sua moglie, entrambi indagati.

Secondo le accuse, i bambini sarebbero stati sottoposti a sedute di psicoterapia e gli psicologi avrebbero ricevuto dal comune compensi di circa 135 euro a seduta, a fronte della media di 60-70 euro e nonostante il fatto che l’Asl potesse farsi carico gratuitamente del servizio.  Tra i principali indagati ci sono la dirigente dei servizi sociali dell’Unione Val D’Enza, Federica Anghinolfi; l’assistente sociale Francesco Monopoli; Nadia Bologni, psicoterapeuta; e il Sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, accusato di abuso d’ufficio e falso. Ma tra gli indagati figurano anche altri nomi, tra cui gli ex sindaci di Montecchio Emilia e Cavriago, Paolo Colli e Paolo Burani. Una lista che potrebbe aumentare, visto che i casi di affido su cui sono in corso verifiche sono diventati complessivamente settanta.

Le intercettazioni

Agli atti, si legge che si sarebbero verificate anche manipolazioni indirette con atti contraffatti, frasi riportate in modo errato e attribuite ai bambini e almeno un disegno “corretto” da uno degli psicologi per avvalorare la tesi degli abusi subiti. Secondo l’accusa sarebbe stata Federica Anghinolfi a gestire il presunto sistema illecito di affidamento, obbligando gli operatori sociali dell’Unione a redigere verbali falsi che attestassero violenze nei confronti dei minori, maltrattamenti e scarsa igiene nelle abitazioni, il tutto per screditare i genitori naturali e ottenere il decreto di allontanamento dei minori. In seguito, secondo gli investigatori, Anghinolfi avrebbe fatto in modo che i bambini venissero affidati a coppie da lei conosciute personalmente.

Tra i bambini ce ne sarebbe uno dato in affidamento a Daniela Bedogni e Fadia Bassmaji, una coppia omosessuale unitasi civilmente nel 2018. La bambina data in affido alla coppia sarebbe stata, tra tutti i bimbi monitorati dalle indagini, quella “con meno problematiche e totalmente estranea a situazioni di abuso sessuale”. Sembra anche che le due donne avrebbero imposto un orientamento sessuale alla bambina, vietandole di portare i capelli sciolti e attuando un “comportamento ideologicamente e ossessivamente orientato”. Dalle intercettazioni emergerebbe anche che le due donne avrebbero cercato di instillare nella bambina l’idea che il padre naturale avesse abusato di lei.

Chiara Feleppa

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