Scomparsa Madeleine McCann: ancora nessun colpevole dopo 12 anni

Non avanza di un passo l’inchiesta sulla scomparsa di Madeleine McCann. A 12 anni dal rapimento bisogna constatare un’amarissima realtà: ancora non si trova il colpevole e molto probabilmente non lo si troverà mai. 

Maddie McCann
La piccola Madeleine McCann (Getty Images)

L’inchiesta sulla scomparsa della piccola Madeleine McCann è costata oltre 12 milioni di sterline, e negli archivi dello Scotland Yard si sono accumulati oltre 40 mila documenti sul caso. Nonostante questi grandi numeri, però, dodici anni dopo il caso resta irrisolto. Quello che sappiamo di certo è davvero pochissimo: la sera di Giovedì 3 Maggio 2007 Kate e Gerry McCann, due medici inglesi in vacanza ad Algarve, Portogallo, hanno lasciato la piccola Maddie a dormire in una camera del residence Ocean Club, insieme ai fratellini. Quando i bambini si sono addormentati, la coppia è uscita a cena con amici al Tapas Restaurant, un ristorante a meno di 50 metri dal residence. Ogni venti minuti un adulto, a turno, andava a controllare che i bambini stessero bene; quando Kate è andata in camera, però, ha scoperto che sua figlia non era più lì. I fratelli Sean e Amelie dormivano tranquilli nei loro lettini.

Sono trascorsi dodici anni dalla scomparsa di Madeleine McCann e la bambina, ormai ragazzina, viene vista in media due volte al giorno. Una mattina è stata segnalata in Marocco, a Zurigo e a Rio de Janeiro. L’ultimo sospettato del suo rapimento è Martin Ney, un uomo di 48 anni di origini tedesche, all’ergastolo dal 2011 perché colpevole dell’omicidio di tre bambini; i tabloid hanno assicurato che il giorno della scomparsa di Madeleine, Ney si trovava in Portogallo. In seguito la polizia ha negato ogni possibile collegamento.

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Scomparsa Madeleine McCann: gli infiniti colpevoli immaginari

Digitando il nome di Madeleine sul web, di colpevoli se ne trovano a decine: alcuni hanno nome e cognome, come per esempio Robert Murat. Dopo la tragedia Murat ha visto la sua vita finire in frantumi, solo perché nei giorni successivi al rapimento aveva insistito nel voler dare una mano alle ricerche. Questo bastò alla polizia portoghese per dichiararlo formalmente sospetto, e la stampa scandalistica si inventò un ritratto di lui perverso, senza fondamento. Quando, dopo due anni, Robert è stato scagionato ha incassato 600mila sterline di risarcimento. A Sergey Malinka, un giovane tecnico informatico, è stata anche bruciata l’automobile: il giovane di origini russe era finito nell’inchiesta perché aveva riparato il computer di Murat.

Di molti altri colpevoli immaginari c’è solo un disegno abbozzato. Il primo identikit diffuso era un volto completamente bianco, con i capelli lisci con la riga in parte; il secondo era di un uomo con i capelli lunghi e i baffi da cowboy; poi arrivò una faccia con le lentiggini.

Il documentario su Netflix

Il documentario che potete vedere su Netflix, una super produzione di 8 puntate costate un milione di dollari l’una, si chiude su uno scenario ottimista: Madeleine potrebbe essere stata rapita su commissione, e poi consegnata ad una coppia di milionari desiderosi di avere una figlia.

Perché, con tutti i casi di rapimento di minori che ascoltiamo ogni anno, così tante persone sono rimaste con il fiato sospeso per Maddie? È possibile che sia stato l’effetto, ma anche la causa, di una campagna mediatica senza precedenti, oltre i limiti del buongusto e della verosimiglianza. Non si sono salvati dal gossip nemmeno i genitori della piccola: per alcuni erano troppo freddi, per altri troppo emotivi. Kate e Gerry McCann sono rimasti sempre chiacchierati, criticati, e coperti da migliaia di insulti sui social network.

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