Francesco Cannadoro, la malattia del figlio lo ha reso un punto di riferimento

Francesco CannadoroDa cinque anni Francesco Cannadoro lotta accanto al figlio per combattere una malattia sconosciuta, i suoi diari sono diventati un punto di riferimento per molti genitori che si trovano in condizioni simili alle sue.

Cinque anni fa Francesco e Valentina hanno accolto nella loro vita Tommaso. L’arrivo di un bambino era un desiderio che si realizzava e come per tutti gli altri genitori era un punto di svolta per la loro vita. Purtroppo, però, presto si sono manifestate delle complicazioni che hanno segnato la vita del bimbo e inevitabilmente la loro: il piccolo è affetto da una malattia ancora non diagnosticata che gli ha causato cecità, ritardo psicomotorio e atassia cerebrale degenerativa.

Dal giorno in cui è stata scoperta la malattia senza nome (Francesco e Valentina la chiamano il “Drago”), la vita di questa famiglia è scandita da visite ospedaliere, ricoveri e somministrazione di medicinali. Inizialmente Francesco l’ha presa male ed ha cercato conforto su internet, cominciando a chiedere aiuto ed informazioni in giro per il web e attraverso una pagina Facebook che serviva come strumento per esorcizzare il dolore.

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Francesco Cannadoro, la pagina Facebook diventa un libro

Con il passare del tempo quella pagina Facebook è diventata un diario, quindi una community in cui genitori che vivono situazioni difficili condividono le proprie storie e cercano di darsi conforto l’un l’altro. La crescita della pagina ha attirato l’attenzione dei media sulla storia di Francesco Cannadoro e sulla malattia del piccolo Tommi. Sono cominciate le interviste televisive ed il diario è stato tramutato in un libro dal titolo ‘Cuciti al cuore’.

Adesso Francesco è diventato un punto di riferimento per molte persone in cerca di aiuto, che chiedono a lui come fare ad organizzare la vita in base alle esigenze mediche dei figli malati: “Ero disperato e speravo di trovare chi potesse darmi qualche dritta. Adesso le chiedono a me. Prima era uno sfogo, poi una condivisione, adesso il Diario è una pagina che parla di cinque anni di battaglie”, spiega l’uomo al ‘Corriere della Sera’. Il suo obbiettivo adesso è quello di poter essere d’aiuto al maggior numero di persone possibile, far sì che quella forza che gli ha trasmesso il piccolo Tommi possa passare ad altri genitori che si trovano in condizioni simili alle sue.

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