Nadia Toffa, don Patriciello celebrerà il funerale: ecco chi è

Sarà il prete anti-roghi don Maurizio Patriciello a celebrare il funerale di Nadia Toffa. Ecco cosa c’è da sapere su di lui. 

Per Nadia Toffa don Maurizio Patriciello è stato un padre spirituale, una guida e un amico che le è stato vicino quando ha dovuto affrontare la più dura delle battaglie: quella contro la malattia e per la vita. Ed è stata lei a chiedere espressamente che fosse il parroco di Caivano, un sacerdote che ha fatto della lotta contro i roghi tossici nella Terra dei Fuochi la sua ragione di vita, a celebrare venerdì prossimo il suo funerale a Brescia. Così sarà.

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La biografia di don Patriciello e la sua amicizia con Nadia Toffa

Don Maurizio Patriciello è nato 63 anni fa a Fratta Minore (Napoli). E’ entrato in seminario dopo anni di lontananza dalla Chiesa cattolica, lasciando il suo lavoro di paramedico, a seguito di un incontro con un frate francescano. Ordinato sacerdote, è diventato parroco al quartiere di Parco Verde nel Comune di Caivano (sempre in provincia di Napoli) nella Terra dei Fuochi. Da anni è impegnato nella lotta per la tutela di quel territorio denunciando le morti per tumore dovute alle discariche industriali inquinanti e radioattive. Ha scritto due libri: Vangelo dalla terra dei fuochi (Imprimatur, 2013) e Non aspettiamo l’Apocalisse (con Marco De Marco, Rizzoli, 2014).

Don Patriciello sapeva del peggioramento delle condizioni di Nadia Toffa “da una settimana circa”, spiega lui stesso dopo la tragica notizia della morte del’ex Iena. “Mi ha chiamato il suo collega Massimiliano e mi ha detto che Nadia era ormai alla fine. Io sgomento gli ho risposto ‘già siamo a questo punto?’ E lui, piangendo mi detto che non c’erano più speranze”. Il sacerdote sa bene perché Nadia ha voluto che fosse proprio lui a celebrare i suoi funerali. “In primis perché in questi anni tra noi si è creato un rapporto di grande stima e fiducia – dice -. La battaglia contro la terra dei fuochi è finita per diventare la sua battaglia. Lei è sempre stata amabile. È venuta qui non soltanto per documentare i veleni che vengono sversati ma anche per raccontare le storie. Poi nel tempo sono diventato il suo padre spirituale”.

“Nadia – sottolinea don Patriciello – ci ha voluto fare l’ultimo regalo riaccendendo nuovamente i riflettori sulla terra dei fuochi”. Lei che “non ha mai avuto paura della morte e tuttavia era una donna assetata della vita”. “Sicuramente ha attraversato momenti di grande difficoltà – aggiunge il sacerdote -. Ma non ha mai smesso di seguire i suoi ideali”. Il loro ultimo contatto risale al 31 luglio scorso: “Ero a Roma, in chiesa e stavo pregando Gesù. Le scrissi che avevo affidato a Gesù le intenzioni per la sua guarigione. Quel messaggio però non è stato mai visualizzato”. “Nadia era credente – conclude don Patriciello -. Una creatura spirituale”.

EDS

 

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