Omicidio Cerciello Rega, ecco il video per far uscire Lee Elder dal carcere

Lee Elder, l’americano detenuto in galera per l’omicidio del Carabiniere Mario Cerciello Rega, avrebbe una carta segreta per provare a tornare in libertà.

Nuova possibile svolta nel caso dell’omicidio del Carabiniere Mario Cerciello Rega. I difensori di Finnegar Lee Elder, il giovane americano reo confesso dell’assassinio del 35enne vicebrigadiere, hanno depositato ieri mattina un’istanza di scarcerazione al Tribunale del Riesame chiedendo che venga annullata la misura della custodia cautelare in carcere. La stessa richiesta era stata già presentata dai legali del suo amico Christian Gabriel Natale Hjorth, il 19enne statunitense accusato come lui di concorso in omicidio e tentata estorsione.

Resta ora da vedere cosa decideranno le autorità competenti. Finnegar Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth dovranno attendere settembre prima di poter spiegare davanti ai giudici del Riesame perché dovrebbero lasciare il carcere nel quale sono rinchiuso dallo scorso 26 luglio, dopo essere stati fermati dai Carabinieri nella loro camera dell’albergo in Prati, a pochi metri dal luogo del delitto di Cerciello Rega.

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Le nuove mosse della difesa nel caso Cerciello Rega

Intanto la difesa ha chiesto l’acquisizione di alcuni video. “Abbiamo presentato una richiesta ufficiale, sottoscritta anche da Elder, per l’acquisizione di tutti i video della zona – annuncia l’avvocato Roberto Capra, difensore di Finnegan Lee Elder -. Crediamo che attraverso il video possa essere fatta chiarezza su cosa sia accaduto. Confidiamo ci siano le immagini dell’incontro”. Il riferimento è all’incontro tra i Carabinieri e i ragazzi.

“Finnegan è chiaramente provato da questa situazione – ha aggiunto l’avvocato Capra -. Finnegan ha detto nel verbale dell’interrogatorio di aver avuto paura di essere strangolato e non in un secondo momento. L’accertamento di oggi non è così rilevante per capire cosa sia successo. È in corso un sopralluogo della procura al quale ovviamente abbiamo partecipato, ma non lo riteniamo importante”. “Vorrei fosse chiaro a tutti che i processi li facciamo in tribunale, noi ora stiamo lavorando” ha concluso.

EDS

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