Omicidio Cerciello Rega, la svolta: “Fu attirato in trappola”

Secondo gli ultimi sviluppi della vicenda, il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega fu attirato in trappola un luogo diverso da quello stabilito. 

Una telecamera di una vineria in via Gioacchino Belli, davanti al portone dell’Hotel Le Meridien, avrebbe ripreso il passaggio di Finnegan Lee Elder e Christian Hjorth Natale prima dell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. E’ lì che i due i ragazzi abbandonano lo zaino in una fioriera e danno appuntamento telefonico. E nella stessa strada che i Carabinieri, forse attirati appositamente in un luogo diverso, parcheggiano andando incontro a un epilogo tragico quanto inaspettato.

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L’ordinanza del gip sull’omicidio Cerciello

È un’ordinanza firmata dal gip Chiara Gallo a spiegare come quella notte, pochi minuti prima dell’omicidio, tutti i protagonisti di questa drammatica vicenda passino da via Belli, una perpendicolare di via Pietro Cossa dove ha sede l’hotel Le Meridien e dove viene dato l’appuntamento (con l’indicazione errata della filiale Unicredit come punto di riferimento). Ed è lo stesso gip a ricostruire quanto accaduto dopo che i Carabinieri Andrea Varriale e Mario Cerciello Rega a Trastevere entrano i contatto con Sergio Brugiatelli, che ha subito il furto dello zaino e una richiesta di estorsione dagli americani. “Brugiatelli – annota il gip –  effettua una telefonata al proprio cellulare, anche alla presenza del carabiniere Varriale e del vicebrigadiere Cerciello Rega, che veniva registrata mediante applicazione Whatsapp”.

Quindi, in considerazione di quanto appreso, i tre raggiungevano via Belli e arrivavano a piedi in via Cesi, lasciando Brugiatelli nei pressi dell’autovettura di servizio. La banca si trova in effetti in via Cesi e l’omicidio si sarebbe consumato davanti all’ingresso della farmacia sul lato opposto della strada, all’angolo di via Cossa. Ma anche i ragazzi si soffermano in via Belli: usciti dall’albergo alle 2:48, gettano lo zaino in una fioriera che si trova dal lato opposto rispetto alla strada che percorreranno per raggiungere la banca. Per 24 minuti non si sa cosa facciano, e alle 3:12 passano davanti alle telecamere di una gioielleria in via Cesi, distante circa 60 metri dall’hotel. Ma è appunto il sistema di videosorveglianza di una vineria, al civico 70 di via Belli, che potrebbe offrire altri elementi su quanto accaduto in quei 24 minuti.

Intanto prende corpo la linea difensiva di Lee Elder: il giovane americano che ha ucciso con undici coltellate il vicebrigadiere in borghese punta sul “paventato pericolo”, per attenuare la sua posizione: “Temevo che mi strangolasse. Non avevo idea che fosse un carabiniere”. Il suo resoconto, facendo intendere l’esclusiva volontà di tutelare se stesso da un pericolo incombente, punta a giustificare l’accaduto e a “motivare” la scelta di usare il coltello da marine, affondato per ben undici volte nel corpo del militare in borghese. “Al di là delle persone direttamente coinvolte – commentano i suoi legali, Roberto Capra e Renato Borzone – potrebbero esserci testimoni in grado di aiutare a chiarire la vicenda. Ci auguriamo che la Procura riesca ad acquisire tutte le immagini della videosorveglianza in strada affinché venga fatta piena luce sul caso“. E’ l’auspicio di tutti.

EDS

 

 

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