Olindo e Rosa innocenti? Ecco le tesi alla base di questa teoria

Le Iene tornano a sollevare dubbi sulla colpevolezza dei coniugi Romano, Olindo e Rosa, nella strage di Erba. Ecco perché. 

“Olindo e Rosa: due innocenti all’ergastolo?”. E’ questo l’interrogativo che dà il titolo a una nuova inchiesta de Le Iene Show. Il riferimento è ovviamente alla strage di Erba in cui l’ormai lontano 11 dicembre 2006 vennero brutalmente assassinati Raffaella Castagna, il figlioletto Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Per i quattro omicidi, dopo una vicenda giudiziaria che ha calamitato l’attenzione dell’Italia intera, sono stati condannati all’ergastolo i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi. Secondo il programma di Italia Uno, però, non tutti i dubbi sono stati ancora sciolti.

Gli autori dell’inchiesta, Antonino Monteleone e Marco Occhipinti, riportano diverse testimonianze secondo cui molti spunti investigativi non sono stati approfonditi. E questo nonostante i 3 gradi giudizio e i 26 giudici che hanno confermato la colpevolezza degli imputati nel corso di un iter processuale durato circa 12 anni.

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Le “prove” dell’innocenza di Olindo e Rosa

Il punto cruciale è che, come rilevato dagli stessi Ris di Parma, nonostante la mattanza compiuta in quel di Erba, nessuna traccia di Olindo e Rosa è stata rinvenuta sulla scena del delitto, né è stato trovato sangue nella loro abitazione, dove i due si sarebbero poi cambiati. Certo, Mario Frigerio, marito di Valeria Cherubini, ha individuato in Olindo uno degli aggressori: una testimonianza schiacciante. Eppure, in un primo momento lo stesso Frigerio aveva ricordato la presenza di un’altra persona persona, di carnagione olivastra, mai vista prima e che non era del posto.

Frigerio fece il nome di Olindo dopo diversi colloqui in ospedale con il comandante dei Carabinieri di Erba, Luciano Gallorini, e il dubbio rilanciato dalle Iene è se il supertestimone possa essere stato consapevolmente o inconsapevolmente “condizionato”.  Inoltre, ricordano sempre gli autori dell’inchiesta, all’appello mancano “le trascrizioni delle intercettazioni di un dialogo tra carabinieri e il supertestimone e pure, integralmente, quelle di una settimana di colloquio di Frigerio con un neurologo che doveva esaminarlo. E non sono nemmeno le uniche intercettazioni che non si trovano: non ci sono neanche quelle di Rosa e Olindo in casa dopo la strage. Si disse che era strano che non ne parlassero mai. In realtà, mancano proprio alcuni giorni di intercettazioni”.

Infine, gli “scettici” puntano l’indice sulla macchia di sangue rinvenuta sulla macchina di Olindo Romano: una traccia fondamentale per inchiodare i due coniugi, ma – dicono – di dubbia provenienza. Possibile che la prova regina sia stata inquinata, ovvero che sia stata  trasportata” da Olindo anziché dagli stessi inquirenti? Per molti – addetti ai lavori e non -l’interrogativo resta aperto.

EDS

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