Carabiniere ucciso, Elder ritratta la confessione: “Mi stavano strangolando”


Carabiniere ucciso, Elder ritratta la confessione: “Mi stavano strangolando”. Le dichiarazioni dei legali del giovane, la sua nuova versione dei fatti e gli sviluppi sulla dinamica di quanto accadde quella notte.

E’ stato lo stesso diciannovenne Elder Finnegan Lee a confessare nei giorni scorsi di essere stato lui ad uccidere il vicebrigadiere in servizio quella tragica notte a Roma, Mario Cerciello Rega, precisando però di non aver compreso si trattasse di un membro delle Forze dell’Ordine.

Carabiniere ucciso: Elder ritratta la confessione, le dichiarazioni dei legali del giovane

Il ragazzo ha ricevuto di recente la visita in carcere dei suoi genitori, messi al corrente di quanto accaduto e giunti per questo in breve tempo a Roma.
Come si legge su tgcom24.mediaset.it, i genitori del ragazzo, fatto ritorno a San Francisco, hanno tenuto a precisare, tramite il proprio legale, di auspicare un rapido rientro a casa del figlio e che la verità su quanto accaduto venga al più presto appurata. Il legale della famiglia ha inoltre sottolineato che secondo la loro ottica, vi è l’impressione che l’opinione pubblica conosca solo in parte la realtà di quello che avvenne quella notte. Gli avvocati di Elder, Roberto Capra e Renato Borzone, hanno inoltre spiegato come il giovane quella notte abbia dichiarato di aver avuto paura di un’aggressione da parte di Cerciello Rega e di aver temuto per questo di essere strangolato da quest’ultimo. I legali hanno inoltre sottolineato di stare procedendo ad accertare i particolari di quanto accaduto quella notte e che non è esclusa la possibilità che siano coinvolti alcuni testimoni in grado di chiarire alcuni punti della vicenda. Così come di grande aiuto allo sviluppo delle indagini saranno, secondo gli avvocati, le immagini prodotte dalle telecamere di sorveglianza della strada dove sono avvenuti fatti.

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