Chi è Stefano Binda, accusato dell’omicidio di Lidia Macchi: la sentenza

Ricostruiamo la vicenda di Stefano Binda, l’uomo accusato per l’omicidio di Lidia Macchi. Oggi la sentenza d’appello per l’uomo

Omicidio Macchi
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Prevista per la giornata di oggi la sentenza d’appello per Stefano Binda, condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Lidia Macchi, la studentessa trovata morta con 29 coltellate nel gennaio 1987. L’uomo ha dichiarato di essere innocente: “Non ho ucciso Lidia Macchi, non l’ho uccisa. Io non so nulla di quella sera: ero a Pragelato (un campeggio in montagna con Cl, ndr), solo quando sono tornato ho saputo della scomparsa. Sono estraneo ai fatti e a tutti gli addebiti”. Nello scorso 11 luglio, dopo trent’anni, la Corte d’Assise d’Appello di Milano ha deciso di riaprire l’istruttoria dibattimentale nel processo. Dopo alcune ricostruzioni nel 2014 tra i documenti delle indagini sull’uccisione di Lidia Macchi fu rinvenuta una lettera anonima, indirizzata alla ragazza. Un’amica della povera Lidia riconobbe la scrittura di Stefano Binda, loro ex compagno di scuola. La Procura di Milano fece gli esami avendo riscontri positivi e così lo stesso Binda fu accusato ufficialmente per l’omicidio Macchi.

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Stefano Binda era in Piemonte?

Nonostante le ricostruzioni gli avvocati di Binda hanno affermato che la sera del 5 gennaio 1987 l’uomo stava partecipando a una gita organizzata da CL in Piemonte. Prevista per la giornata di oggi la sentenza d’appello per il 50enne: quale sarà il responso? Aggiornamenti in serata.

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