Medjugorje, Bruno guarito dalle metastasi dopo un pellegrinaggio: “Ero spacciato”

Madonna di Medjugorje
La Madonna di Medjugorje ha salvato Bruno – FOTO © Getty Images

Un viaggio a Medjugorje, nato per caso, ha cambiato la vita di un uomo il cui corpo era flagellato dalle metastasi: “Mi restava un solo mese di vita”.

Bruno è un uomo che è tornato a vivere, e grazie all’intercessione della Madonna di Medjugorje, a suo dire. Lui ne è convinto. “Nel 2009 ero devastato dalle metastasi, tutto il mio corpo era stato contaminato da una forma molto rara di tumore ed ogni dottore al quale mi era rivolto mi aveva dato al massimo un mese di vita. Ce l’avrei fatta appena a trascorrere il Natale con i miei figli”. Poi però tutto è cambiato, senza alcuna spiegazione scientifica, subito dopo un pellegrinaggio compiuto nella nota località della Bosnia-Herzegovina, meta di migliaia e migliaia di fedeli ogni anno. Solamente che Bruno un fedele non lo era affatto. Lo è diventato dopo quello che, sempre in base a quanto lui stesso racconta di aver vissuto sulla propria pelle, è parso essere senza se e senza ma un miracolo. Della sua vicenda si è parlato anche in ‘Profumo di Lavanda’, il libro scritto da Paolo Brosio. Che come noto, ha preso molto a cuore le questioni religiose ed in particolar modo quelle legate alla Madonna di Medjugorje.

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Medjugorje, il racconto di Bruno: “Ero spacciato”

Tutto nacque da dei forti dolori addominali, come ricorda proprio Bruno a nelcuoredigesù. “Il cancro che mi aveva colpito era riuscito ad attecchire nella posizione dove in origine si trova l’uraco (il cordone ombelicale) e si trovava all’ultimo stadio. Si presentava come una cisti di 13 cm, venni curato per eliminare una diverticolite e gli antibiotici non sortivano effetto. Poi abbiamo scoperto che si trattata di qualcosa di molto peggio, dopo una ecografia. Venni operato a Genova per asportare quella massa tumorale, tornando a casa dopo due settimane. Stavo bene, ma il problema non si era risolto e presto i dolori ricominciarono”. Il racconto dell’uomo prosegue. “Questa volta il cancro stava crescendo ovunque. Mia moglie ed i miei tre figli mi sono sempre stati accanto”. L’idea di andare in pellegrinaggio nacque per caso.

“Il mio pellegrinaggio nacque per una casualità”

“Mia cognata vide un volantino che ne parlava, in un negozio. E le venne in mente di portarmici. All’inizio non c’era posto per il viaggio che si sarebbe svolto a distanza di qualche giorno. Per il prossimo io non ci sarei stato più. Mia cognata però scrisse al tour operator che organizza i viaggi di Brosio, ed ecco che si trovano due posti. Ci sono andato con mia moglie. Io ero in condizioni di salute precarie, non sarei dovuto salire sulla collina delle apparizioni dove si trova il veggente Ivan. Pioveva fortissimo, ma tante persone erano lì a pregare, ed improvvisamente mi sono messo a camminare. Anche io ho cominciato a pregare, e mi sono sentito subito bene. Riscendendo poi non avvertivo più dolore. E mia moglie sentiva un forte profumo di lavanda, nonostante la pioggia l’avrebbe dovuto coprire e nonostante quei fiori lì non ci siano. Nei giorni successivi, tornando a casa, mi sono reso conto di essere guarito. Quando mi toccavo su ogni parte del corpo non sentivo più la presenza delle ghiandole rigonfie”.

“Da allora ho imparato molto”

C’è dell’altro, e Bruno dice: “Avevo una visita dall’oncologo fissata per il 21 aprile, per errore invece venne segnata al 21 dicembre, due settimane dopo il mio pellegrinaggio. Venni visitato e non c’era più traccia della malattia. La sofferenza che ho vissuto mi ha insegnato ad essere umile, ho commesso tanti errori, anche con la mia famiglia. Ma la fede e la fiducia in Dio fanno passare tutto”. Tutto questo avvenne 7 anni fa, “e da allora ho compreso anche come sia importante lottare per la propria vita”.

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