Via D’Amelio, Murana 18 anni in carcere da innocente: “Vermi e preservativi nel cibo” – FOTO

“Rimasi tutto il giorno in camera di sicurezza e soltanto a sera venni a sapere per quale motivo accadde ciò. Sulle prime sorrisi e parlai serenamente di uno scambio di persona, convinto che mi avrebbero presto rilasciato. Il giorno dopo venni interrogato da Ilda Boccassini e dal dottor Tinebra, forze anche dal dottor Petralia, non ricordo. Parlammo per due ore e lì seppi che il pentito Scarantino mi accusava di aver compiuto dei sopralluoghi dell’area in cui avvenne l’attentato in via D’Amelio per conto dei mafiosi. Ma io non ce l’ho con Scarantino, lui è una vittima quanto me e dice che fu costretto ad agire così da magistrati e poliziotti. Io l’ho già perdonato da tempo. Per quanto riguarda me, mi portarono a Pianosa in una sezione chiamata ‘la discoteca’. Dove per le botte si ballava dal mattino fino a notte. Non sto a dirvi le torture subite, le violenze, le minacce. Nel mio cibo c’erano vermi, scarafaggi e preservativi usati. E vessarono anche mia moglie ed il mio figlioletto, al quale toglievano il pannolino prima delle visite”. A nulla è valso il fatto che nessun altro pentito conoscesse Murana.

“Tre agenti abbassano lo sguardo quando mi incrociano”

“Non odio nessuno, non provo rancore, ma sono tanto, tanto deluso. Quanto vissuto mi ha fatto avvicinare alla fede. Stavo finendo pure la maturità, poi però arrivò una legge che impediva ai docenti di poter seguire i carcerati, e mi sono fermato al quarto anno delle superiori. Non avere un lavoro fisso a 60 anni è degradante. Non so come aiutare la mia famiglia e vado avanti con una pensione di neanche 800 euro”. A Caltanissetta sta andando avanti un processo sul depistaggio di quanto avvenuto nel 1994. A giudizio ci sono tre poliziotti: Maio Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei. “Non so perché, ma quando incrocio i loro sguardi abbassano gli occhi, sempre. Delle perplessità le ho anche sui pm Annamaria Palma e Carmelo Petralia (accusati di calunnia aggravata in concorso per il depistaggio). “Se hanno qualcosa da dire, la dicano. Sono addolorato per quanto avvenne a Paolo Borsellino. Stimo molto i suoi figli e ringrazio Fiammetta per la vicinanza che ha espresso verso di me e la mia damiglia. Ora spero solo di trovare un lavoro, per ritrovare orgoglio e vivere questa ‘non vita’ in maniera dignitosa”.

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