Caso Mihajlovic, Zazzaroni sotto accusa: “Violazioni deontologiche”

L’ordine dei giornalisti ha annunciato che valuterà “eventuali violazioni deontologiche” in riferimento alla pubblicazione della notizia della malattia dell’allenatore.

Oltre ad aver tradito la fiducia di Sinisa Mihajlovic, Ivan Zazzaroni è anche venuto meno al codice deontologico del giornalista? E’ a questo interrogativo, tutt’altro che semplice, che deve ora rispondere il Consiglio di disciplina dell’Emilia Romagna dell’Ordine dei giornalisti (Odg). Il presidente del Consiglio nazionale, Carlo Verna, ha infatti dichiarato in un comunicato ufficiale che la verifica deontologica compete ai Consigli di disciplina territoriali (organismi autonomi rispetto a quelli regionali). Della vicenda che vede protagonista il direttore del Corriere dello Sport, dunque, si occuperà l’Ordine dell’Emilia Romagna, al quale il giornalista è iscritto.

Ricordiamo che il caso è scoppiato nel giorno in cui l’allenatore del Bologna ha annunciato in conferenza stampa di avere la leucemia. Il tecnico serbo (senza citare direttamente Zazzaroni) ha dichiarato in quell’occasione che aveva chiesto ai giornalisti di non dare la notizia, perché avrebbe voluto farlo lui, ma la mattina sul Corriere dello Sport campeggiava lo “scoop” della malattia di Mihajlovic. Pur senza fornire dettagli, il direttore del quotidiano sportivo ha tradito la volontà di una persona (anzi, di un amico) che aveva legittimamente chiesto riservatezza. Va da sé che sono esplose polemiche. Sarà ora l’Odg a stabilire se la questione è “personale” o (anche) “professionale”.

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La fiducia tradita di Mihajlovic e i suoi risvolti legali

In particolare, nel comunicato pubblicato sul sito dell’Ordine dei giornalisti si precisa che “il Collegio disciplinare dovrà valutare la correttezza del bilanciamento tra il diritto di cronaca e il rispetto dell’art. 6 – Doveri nei confronti dei soggetti deboli – del Testo Unico dei doveri del giornalista e dell’art. Art. 10 – Tutela della dignità delle persone malate – delle Regole deontologiche relative al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica”. Il giornalista è infatti tenuto a rispettare “i diritti e la dignità delle persone malate o con disabilità siano esse portatrici di menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali, in analogia con quanto già sancito per i minori dalla Carta di Treviso”.

Non solo: va evitato qualsiasi “sensazionalismo che potrebbe far sorgere timori o speranze infondate”, le notizie sanitarie possono essere diffuse “solo se verificate con autorevoli fonti scientifiche”. Inoltre, il giornalista “nel far riferimento allo stato di salute di una determinata persona, identificata o identificabile, ne rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza e al decoro personale, specie nei casi di malattie gravi o terminali”, astenendosi “dal pubblicare dati analitici di interesse strettamente clinico”. La decisione finale, quale che sia, farà sicuramente discutere.

EDS

 

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