Chi è Longino, storia del soldato romano che trafisse Gesù

Tutti noi abbiamo ben presente il personaggio “fisico”, ma pochissimi sanno veramente chi fu Longino, il sodato che trafisse Gesù. 

Secondo una tradizione cristiana, Quinto Cassio Longino, in latino Longinus (Anxanum, I secolo – Anxanum, I secolo), è il soldato romano che trafisse con la propria lancia il costato di Gesù crocifisso, per accertare che fosse morto. “… Ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua”, si legge nel Vangelo secondo Giovanni (19,34). Di lui si parlerà stasera a Freedom.

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L’identikit di Longino

Chi era Longino? Va detto innanzi tutto che il nome “Longinus” deriva da una versione degli Atti di Pilato (apocrifi). Longino probabilmente è un nome fittizio che deriva dal greco λόγχη (“lònche”, lancia). Nessuno dei Vangeli canonici nomina esplicitamente la figura di Longino, ma Luca, Matteo e Giovanni alludono a un soldato che, prima che il corpo di Cristo fosse concesso a Giuseppe di Arimatea e Nicodemo per la sepoltura, per assicurarsi che il Messia fosse morto gli colpì il fianco con la lancia, da cui “uscì sangue e acqua”. La tradizione orientale e greca, tramandata poi anche in occidente, lo descrive come un soldato cieco da un occhio o comunque afflitto da un grave disturbo alla vista, che sarebbe guarito al contatto col sangue di Gesù.

In particolare, secondo gli Acta Pilati Longino era il centurione al comando del picchetto di soldati che, dopo aver assistito alla morte di Cristo, furono posti a guardia del sepolcro. In occidente la sua figura si fuse poi con quella del centurione che, riconoscendo la natura divina di Gesù, esclamò “vere iste Filius Dei erat” (“veramente costui era Figlio di Dio”). E ancora: nella lettera apocrifa di Pilato a Erode, Gesù risorto si rivolge alla guardia del sepolcro Longino domandandogli: “Non sei stato tu che hai fatto la guardia durante la mia passione e al mio sepolcro?”.

Fu proprio Longino, sempre secondo la tradizione, a contribuire a diffondere a Gerusalemme il resoconto della Resurrezione di Cristo, favorendo la conversione di molte persone, e per questo motivo cadde in disgrazia agli occhi dei maggiorenti del tempo, che ne ordinarono l’uccisione. Ma il centurione, avendo scoperto questo “complotto”, lasciò l’esercito romano assieme a due commilitoni e si rifugiò in una contrada poco distante da Lanciano. Dopo di che, in base a una certa versione (ne esistono diverse), sarebbe stato raggiunto dai suoi persecutori e martirizzato nei pressi di Mantova. La santificazione del soldato avvenne il giorno 2 dicembre 1340 sotto il papato di Innocenzo VI.

EDS

 

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