Uccide la moglie e per anni sfugge alla giustizia: “Era sepolta nel cortile”

Aeron Fraser

Un bambino di 3 anni rivelò: “Papà ha fatto male alla mamma”, ma nessuno gli credette fino a che il cranio di Bonnie Haim non venne ritrovato in cortile.

La famiglia Haim conduceva una vita tranquilla in un ranch situato su una strada provinciale di Jacksonville, in Florida, quando un giorno il piccolo Aaron vide accadere qualcosa di terrificante. La mattina del 7 gennaio 1993, Bonnie Haim non si presentò al lavoro e il marito Michael, una volta accertata la scomparsa della 23enne, venne interrogato dagli inquirenti. L’uomo dichiarò che sua mogli la sera precedente, dopo un’accesa discussione, fosse uscita di casa alle ore 23:00 circa, senza fare più ritorno.

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Aaron Fraser e le parole a cui nessuno ha mai creduto

Secondo quanto testimoniato da Michael Haim, dopo la furibonda lite, aveva affidato il figlio alla nonna paterna per andare a cercare la moglie, senza successo. A detta dei conoscenti della donna, l’ipotesi che Bonnie avesse abbandonato il figlio Aaron non poteva essere considerata come plausibile e il ritrovamento della sua borsa da parte degli investigatori sembrò avvalorare tale tesi. Gli effetti personali della 23enne vennero ritrovati nella pattumiera di un hotel da un addetto alla manutenzione e il suo portafoglio, che  conteneva ben 1250 dollari, intatto. Successivamente, anche la sua auto venne ritrovata in un parcheggio dell’aeroporto, una posizione che apparve quantomeno sospetta. Accusato di aver allertato in ritardo le autorità, Michael si difese asserendo di non aver capito la gravità della situazione e di aver pensato che sua moglie lo avesse semplicemente lasciato. Nonostante il comportamento controllato del signor Haim, molti testimoni raccontarono di atteggiamenti offensivi e violenti manifestati più volte nei confronti della moglie, soprattutto sul luogo di lavoro (i due lavoravano insieme). Secondo un amico vicino a Bonnie, la donna aveva progettato di fuggire con il suo bambino dal marito ma sarebbe stata scoperta da questo prima di portare a compimento il suo piano. L’amico la stava concretamente aiutando a nascondere del denaro in vista della fuga  ma il giorno della scomparsa non aveva ricevuto da lei alcuna chiamata. Il sospetto più forte che il marito potesse essere coinvolto nella sparizione si ebbe dalle parole di Aaron, di appena 3 anni, che dichiarò: “Papà ha fatto male a mamma” e “Papà ha sparato a mamma e non poteva svegliarla”. Nonostante la puntuale descrizione, il bambino aveva riportato anche dichiarazioni che si erano poi rivelate inesatte (come che l’auto fosse stata gettata nel lago) e venne dunque considerato un testimone inattendibile. Il corpo di Bonnie non venne mai ritrovato e le accuse contro Michael caddero per insufficienza di prove. Aaron venne affidato a dei genitori adottivi e assunse il cognome Fraser. Anche durante il suo successivo percorso di vita, Aaron non perse la convinzione di aver assistito all’omicidio della mamma e che suo padre ne fosse il diretto responsabile. Per questo motivo, nel 2005, il giovane fece causa al padre per omicidio colposo e vinse. Gli venne accordato un risarcimento di 26,3 milioni di dollari e la piena proprietà della sua casa d’infanzia. Trasferitosi con la sua famiglia nella villetta Aaron si ritrovò a scavare con il figlio per apportare delle modifiche alla piscina in giardino e trovò un teschio umano. Il 24enne ricollegò facilmente il tutto alla vicenda che lo aveva segnato per tutta la vita e chiamò la polizia. Michael Haim venne arrestato con l’accusa di omicidio di secondo grado. Durante il processo l’accusa dichiarò: “La verità era sempre stata là fuori, sepolta nel loro cortile”.

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Marta C.

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