Firenze, getta acqua bollente su un cane: “Mi stava infastidendo”

Una 25enne è stata denunciata per aver gettato una pentola di acqua bollente sul cane del suo coinquilino: a cosa potrebbe andare incontro la ragazza?

cane

Una 25enne di origini cinesi si trovava in casa quando, sentendosi infastidita dal cane del suo coinquilino, ha preso una pentola d’acqua bollente per rovesciarla sull’animale. Una volta rientrato, il proprietario si è subito reso conto della gravità della situazione e ha soccorso il suo cane. La denuncia, invece, è stata presentata solamente al termine delle indagini.

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Getta una pentola d’acqua bollente su un cane: quali le conseguenze

L’episodio è accaduto a Firenze, in via Baracca, nel mese di Maggio e grazie all’intervento dei Carabinieri sono state raccolte sufficienti prove per decretare che il gesto della giovane sia stato del tutto intenzionale. Il cocker nero, vittima dell’abuso, era stato lasciato in casa e la donna, secondo la ricostruzione dei fatti, avrebbe avvertito il suo coinquilino del fastidio che le stava arrecando. Tramite messaggio la 25enne ha aggiunto, inoltre, che in caso contrario avrebbe “sistemato l’animale”. La ragazza avrebbe così afferrato il cane e gli avrebbe versato addosso una pentola d’acqua bollente mentre lo tratteneva all’interno della vasca. Rientrato a pochi minuti di distanza il coinquilino, connazionale della 25enne, si è presto reso conto della gravità della situazione e si è recato in una clinica veterinaria per curare le ustioni riportate. Dopo essere intervenuto per salvare il suo amico a quattro zampe, il proprietario ha denunciato la coinquilina e le indagini hanno determinato la volontà celata dietro il crudele atto. Il reato di maltrattamento di animali è disciplinato dall’art. 544-ter del codice penale, il quale afferma che “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche” verrà punito con la reclusione, dai tre ai diciotto mesi, o con la multa, dai 5.000 ai 30.000 euro.

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Marta

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