Reggio Emilia, lo scandalo dei minori affidati coinvolge esponenti del PD

Reggio Emilia minori
Gli affidi di minori a Reggio Emilia, nello scandalo coinvolti personaggi del PD – FOTO: screenshot video

Gli affidi di minori, inventati e forzati, venuti alla luce a Reggio Emilia avvenivano per generare un enorme giro illecito di soldi. “Ed il PD c’è dentro”.

È di pochi giorni fa la notizia dell’enorme scandalo scoppiato a Reggio Emilia e relativo ad affidamenti coercitivi e forzati di numerosi minori, tolti alle loro famiglie d’origine senza alcun motivo reale e spesse volte montando mostruosi casi dal nulla pur di procedere con lo strappare dei poveri bimbi anche in tenerissima età ai loro genitori. La cosa ha portato alcuni importanti esponenti politici locali ad essere raggiunti da degli avvisi di garanzia e di 18 arresti. Poi c’è stato anche l’arresto ai domiciliari di Andrea Carletti, sindaco di Bibbiano. Ed ora entra in ballo anche il Pd. Nello specifico del Carletti, quest’ultimo viene indicato dal pm come “un soggetto pienamente consapevole della tenuta estremamente illecita del sistema e che disponeva l’insediamento stabile di tre terapeuti privati appartenenti alla Onlus ‘Hansel e Gretel’ nei locali della struttura pubblica della Cura. In raccordo a Federica Anghinolfi, la quale dava in affido i bambini a coppie composte da donne, come si legge nei carteggi del tribunale.

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Reggio Emilia, Carletti è il personaggio più in vista coinvolto nello scandalo

Carletti è stato legato al Partito Democratico, e lo stesso sembra si possa dire anche della Anghinolfi. Le accuse arrivano anche da Galeazzo Bignami di Forza Italia, il quale accusa: “Il PD c’è dentro fino al collo”. Intano la Regione Emilia-Romagna potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di potersi costituire parte lesa, data la gravità per certi versi incredibile di questa vicenda di abusi e di minori strappati alle loro famiglie. Il PD comunque ha preso le distanze da Carletti. Bignami racconta un aneddoto legato proprio a quest’ultimo ed alla Anghinolfi: “Nel 2015 conobbi entrambi, vennero additati come soggetti importanti di un modello a tutela dei bambini. La donna parlò della necessità di creare una struttura sul territorio in cui installare un centro specializzato nell’assistenza di minori vittime di violenze, unitamente alla Asl di Reggio Emilia. Il tutto accompagnando questa necessità con dei numeri di casi riscontrati.

Numeri allarmanti, i casi aumentati esponenzialmente in qualche anno

Parole che comunque vennero in un certo senso minimizzate, se non osteggiate, dal Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza dell’Emilia Romagna, Luigi Fadiga. Questi parlò non di un’area pericolosa quanto semmai “virtuosa, perché qui nel Reggiano ci sono state molte denunce con interventi decisi”. Ed ora Bignami accusa il PD: “Ha legittimato questo sistema dell’orrore e dato potere a questa gente, permettendole di eludere ogni controllo. Del resto destano sospetti, come avrebbero dovuti destarli tempo prima, i numeri degli affidi dal 2015 ad oggi. Si è passato da zero bambini dati in affido ad altre famiglie, ai 104 dell’anno successivo. E poi si è arrivati ai 110 del 2017 ed ai ben 92 solamente da gennaio a giugno 2018.

“Il Reggiano con le stesse cifre di abusi di zone da guerra”

Ed a tutto questo era legato anche un giro di denaro – soldi pubblici – messi a disposizione per l’assistenza dei minori. E naturalmente finiti nelle tasche di chi gestiva questo giro orrendo. Più affidi significava più soldi. Dal 2015 al 2018 si è saliti da 245mila euro a 342mila. E lo stesso vale per le parcelle degli psicologi. Dai 6mila euro del 2015 si è arrivati ai 27mila del primo semestre 2018. I maltrattamenti – praticamente quasi tutti inventati – nel Reggiano erano superiori di gran lunga rispetto alla media regionale. E pari anzi a quelli che si riscontrano da parte dell’Onu e delle sue agenzie sottoposte preposte a quelli che avvengono in tante zone di guerra del mondo.

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