Intervista Ciontoli, Marina Conte: “Sono schifata, si dovrebbe vergognare”

"Sono schifata, si dovrebbe vergognare"
(Screenshot Video)

Raggiunta dal ‘Corriere’, la mamma di Marco Vannini, Marina Conte, ha commentato l’intervista concessa da Antonio Ciontoli a Storie Maledette.

L’omicidio Vannini è uno dei casi di cronaca nera più discussi e sentiti dall’opinione pubblica. Non è un caso, dunque, che la prima parte dell’intervista ad Antonio Ciontoli, andata in onda su Rai Tre, abbia generato veementi critiche ed una corale indignazione. A caldo la famiglia Vannini si è limitata a rifiutare la richiesta di perdono avanzata dall’ex ufficiale di Marina, lasciando all’avvocato il compito di esprimere indignazione per le parole utilizzate da Ciontoli.

Il ‘Corriere della Sera‘, però, ha voluto dare spazio alla mamma di Marco, Marina Conte, la quale si è detta schifata dal comportamento dell’uomo che ha ucciso suo figlio. La donna spiega all’intervistatore che in un primo momento aveva deciso di non vedere l’intervista, l’idea di ascoltare nuovamente le parole di Ciontoli le creava disagio e preferiva attendere una migliore disposizione d’animo. L’intento è stato cambiato dalle continue chiamate che le sono giunte da persone che stavano guardando l’intervista: “la mia indignazione è cresciuta a ogni passaggio che mi veniva raccontato”, spiega Marina che poi si chiede: “Perché due puntate in prima serata? Perché non aspettare la sentenza definitiva come sempre fatto per gli altri casi?”.

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Marina Conte: “Questo personaggio si dovrebbe vergognare”

In un secondo momento Marina Conte evidenzia un cambio di atteggiamento di Ciontoli nei confronti della stampa, prima aspramente criticata ed ora veicolo per la diffusione della sua verità e teatro per “un vittimismo indecente”. Proprio per questo atteggiamento da vittima riscontrato nelle interviste,  Marina dice di Ciontoli: “Sono schifata e questo personaggio si dovrebbe vergognare”. La mamma di Marco smentisce anche il fatto che il figlio potesse avere una confidenza tale da consentire ad Antonio di entrare in bagno mentre si lavava, tale da permettergli di considerarlo un figlio. Proprio su questa affermazione Marina aggiunge: “Si permette di dire che Marco era come un figlio per lui e allora vorrei chiedergli: ‘Per un suo figlio avrebbe aspettato tanto ad andare in ospedale?'”.

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