Antonio Ciontoli in lacrime: “Marco era come un figlio”. La risposta della famiglia

Antonio CiontoliIntervistato a ‘Storie Maledette’, Antonio Ciontoli ha spiegato di non essere un mostro ed ha detto che per lui Marco era come un figlio.

In attesa di capire quale sarà l’esito del ricorso alla Cassazione dei legali della famiglia Vannini e quello delle indagini sull’ex comandante dei Carabinieri Izzo che potrebbe cambiare l’esito delle indagini precedenti, Antonio Ciontoli (condannato in secondo grado per omicidio involontario) è stato intervistato a ‘Storie Maledette‘. Durante l’intervista l’ex ufficiale della Marina ha dichiarato di non aver fatto partire il colpo volontariamente e di non aver capito che l’arma era carica perché “Non sono un esperto di armi”. In questo modo, insomma, Ciontoli ha ribadito la sua versione dei fatti, cercando di far capire che quel ragazzo morto a soli 20 anni, era diventato come un figlio e non gli avrebbe mai fatto del male volontariamente.

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Antonio Ciontoli, la famiglia Vannini non perdona: “Deve fare 30 anni di carcere”

Alla conduttrice del programma, Franca Leosini, spiega come Marco Vannini si fosse legato molto a lui ed alla moglie e come quell’affetto fosse ricambiato: “Marco era un figlio per me, sognava di diventare un pilota. Spesso ci siamo intrattenuti a parlare, colloqui molto lunghi”, dice infatti l’uomo condannato per il suo omicidio. A fine intervista si è detto molto dispiaciuto per come sono andate le cose e per il dolore che ha causato alla sua famiglia, quindi ha aggiunto: “Spero che un giorno possano avere misericordia e perdonarmi”. Alla sua speranza i Vannini hanno risposto in maniera molto dura: “Il perdono? Solo dopo 30 anni di carcere”.

Alle parole di Ciontoli ha risposto in maniera molto dura anche il legale della famiglia Vannini. Il legale si è detto sconcertato dal sentire che, secondo la versione dell’uomo, sia lui che Marco quella sera avrebbero rassicurato Martina sulle condizioni in cui si trovava. A sorprenderlo è soprattutto il coinvolgere Marco in questa versione dei fatti, fare credere che un ragazzo colpito da un’arma da fuoco abbia detto che non c’era nulla di cui preoccuparsi: “Disgustato ho spento il televisore e, per la prima volta dall’inizio di questa tragica vicenda, ho pianto di rabbia”.

 

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