Uccise il piccolo Mauro a colpi di pietra, ora lo deride su Facebook

Uccise il piccolo Mauro Iavarone a colpi di pietra, ora lo deride su Facebook con una citazione che fa infuriare amici e parenti del bambino ucciso. 

Mauro

Ha scatenato reazioni indignate l’iscrizione a Facebook di Erick Scherztbeger. Forse il nome non vi dirà nulla perché l’atrocità che ha commesso si perde nella miriade di informazioni che ci arrivano ogni giorno. Si tratta di colui che insieme ad altri giovani bulli di paese uccisa a colpi di sassi e pietre il piccolo Mauro Iavarone, il bambino di 11 anni che trovò l’orrenda morte a Piedimonte San Germano, in provincia di Frosinone, nel 1998. L’unica colpa, per così dire, era quella di avere uno zio boss (Libero Fortini) o forse vide qualcosa che non doveva vedere. O ancora più probabile venne ucciso perché i suoi aguzzini quel giorno lì non avevano niente di meglio da fare che prendersela con un bambino che girava tranquillamente con la sua bici, portarlo in un bosco e ucciderlo a suon di sassate.

Per quell’omicidio Erick fu condannato a 20 anni di carcere, il suo complice Denis Bogdan all’ergastolo e altri che parteciparono al massacro furono assolti perché i giudici non riuscirono a dimostrare a pieno il loro coinvolgimento. Ora Erick è tornato in libertà e ha pensato bene come primo atto da uomo libero di iscriversi su Facebook. Fin qui potrebbe anche non esserci nulla di male se non fosse che nel farlo è andato subito a istigare con frasi a dir poco infelici la memoria del povero Mauro. Infatti come frase motto del suo profilo ha scritto: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”. Molti gli insulti ricevuti ai quali lui risponde puntualmente. Un utente gli scrive: “Assassino non sei degno di vivere” e lui risponde “senti chi Parla ..un Giudice …e tu ne sei degno?”.

Durissima la reazione della famiglia e degli amici del piccolo Mauro. Giorgio Miveni, amico del bimbo ucciso, scrive: “Con quale coraggio ha deciso di mostrare la sua identità. Quell’essere ha già beneficiato dell’indulgenza della Legge italiana che lo ha condannato a soli sedici anni ma ne ha scontati la metà. Oggi invece di sparire, di rendersi invisibile, pretende anche di avere una vita normale? E la vita di Mauro? Quella di sua madre Rosa? E della sorella Teresa? E quella di tutti noi che all’epoca eravamo bambini come quel povero ragazzino e ci siamo visti rubare l’infanzia?”. Duro anche il sindaco

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