Stasera in tv, Raffaele Sollecito protagonista del film “Caro Prigioniero”

(Twitter)

Questa sera va in onda il docufilm Caro Prigioniero dove Raffaele Sollecito racconta la sua versione dei fatti su ciò che è accaduto dopo il processo di Perugia

Raffaele Sollecito è stato condannato in primo grado per l’omicidio di Meredith Kercher, studentessa inglese uccisa il primo novembre del 2007. Secondo la Corte D’Assise però non erano stai i due fidanzatini a commettere il delitto di Perugia e per questo Sollecito venne scarcerato nel 2011. Questa sera su Sky Atlantic andrà in onda per il ciclo Racconto del Reale un docufilm chiamato Caro prigioniero, dove il giovane racconterà la sua versione su ciò che accadde quella fatidica sera e su ciò che è accaduto successivamente (anche con Amanda).

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Raffaele Sollecito protagonista di “Caro Prigioniero”: di cosa tratta il docufilm

Raffaele Sollecito e Amanda Knox sono stati scarcerati e sono tornati alla loro vita ormai da anni. La studentessa americana si è trattenuta più tempo in carcere per la conferma alla condanna a tre anni per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. I due, comunque, sono stati scarcerati grazie alle perizie che escludevano la certezza della presenza dei due imputati sulla scena del delitto. Raffaele Sollecito nel documentario parla della sua esperienza dietro le sbarre e dell’amore sbocciato con Amanda Knox, dei cliché e dei pregiudizi rimasti nonostante la fine delle loro vicende finanziarie. Di Amanda, racconta che la loro storia era stata breve: “Noi innamorati? No, siamo stati insieme per una settimana e poi sono passati dodici anni, ci siamo conosciuti così poco”, ha raccontato il giovane. La stampa e l’opinione pubblica lo avevano disegnato come il lacchè dell’americana e additato la Knox come la mente dietro al delitto (“Foxy Knoxy”). Il pregiudizio, racconta il ragazzo, ancora oggi rimane e, secondo sua stessa dichiarazione, ha portato entrambi a pensare al suicidio: “Io ho affrontato più volte periodi di depressione molto forte. In uno degli ultimi periodi ci ho pensato”. Ai Lunatici di Rai Radio 2, Sollecito ha riferito: “Gli inquirenti non hanno mai chiesto scusa, anzi hanno detto che abbiamo avuto fortuna, quando loro hanno commesso un errore clamoroso”. La piccola cittadina d’altra parte non era pronta per un delitto dalla risoluzione tanto complessa e anche gli errori nella custodia delle prove sono stati fondamentali per arrivare alla scarcerazione degli imputati. D’altronde, riguardo le indagini Raffaele Sollecito ha più volte insinuato che le anomalie verificatesi non sarebbero state un caso ma una situazione “dovuta al fatto che magari invidiano che siamo giovani, belli, con una buona famiglia alle spalle”.

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