Grande depressione del 1929: cosa è successo dopo il crollo della Borsa

Grande depressione del 1929

La Grande depressione del 1929, o crollo di Wall Street, fu una grave crisi economica e finanziaria che sconvolse l’economia mondiale. Scopriamo quali furono le sue cause e conseguenze. Se ne parla nella puntata odierna de La Grande Storia. 

Era il 1929 quando negli Stati Uniti, più precisamente a New York, iniziò una delle crisi più profonde che la nazione – e successivamente l’intero pianeta – avrebbe mai conosciuto. La depressione fu la naturale eco del crollo della borsa di Wall Street, che sarà poi chiamato per il giorno giovedì nero, e del successivo crollo totale della borsa dei valori, il martedì nero. L’evento generò una folta nube di terrore, crimine ed effetti recessivi devastanti sia in paesi industrializzati, sia in produttori di materie prime. Tutti gli Stati in solidi rapporti con l’America vennero irrimediabilmente colpiti dall’ondata economicamente distruttiva (quindi paesi come Regno Unito, Austria, Germania, Francia e Italia).

Grande depressione del 1929, le cause del crollo

Di ritorno dalla vittoria nella Grande Guerra, gli Stati Uniti conobbero, nel decennio subito successivo, un periodo di estrema prosperità e progresso socio-economico – uno dei cavalli di battaglia della nazione era il settore automobilistico – che avrebbe portato una grande fiducia nella finanza e nelle banche. Se in quegli anni il perfezionamento economico statunitense pareva essere inattaccabile, nel tempo diversi studiosi trovarono nel sistema americano alcune criticità. Una delle prime problematiche era legata alla natura dei risparmi accumulati ed investiti dalla gran parte degli americani: i soldi erano stati raccolti durante i duri anni della guerra e il miglioramento era appoggiato dai bassi tassi d’interesse. Seconda possibile causa del disastro era vincolata al sistema finanziario: in quegli anni alle banche e alla borsa valori non fu mai posto un limite nelle attività speculative, di conseguenza si comprava per rivendere, senza preoccuparsi della qualità dei titoli acquistati. A questo vanno aggiunti i rappresentanti delle holding che detenevano i portafogli di azioni, obbligazioni e spingevano gli investitori ad acquistare titoli, rilasciando previsioni di borsa eccessivamente ottimistiche. Nel giro di pochi anni però le azioni industriali andarono a non corrispondere più ad un effettivo aumento della produzione, tanto da passare da un incremento costante ad un crollo improvviso. Quando gli acquirenti si resero conto dell’imminente decaduta, decisero di seguire unitamente una vendita coatta dei titoli.

Grande depressione del 1929, le conseguenze

La caduta della borsa colpì maggiormente i ceti medio-borghesi, i quali, scossi dal boato del crollo, decisero di recuperare in massa tutti i soldi depositati nelle banche, portando ad un’inevitabile fallimento sia del sistema finanziario che di quello bancario. Altro problema fu la rottura dei rapporti economici con gli Stati alleati agli Stati Uniti: nel giro di pochi mesi anche l’Europa venne sconvolta dalla depressione statunitense. Il fallimento dei tentativi iniziali di trovare soluzioni comuni sul piano internazionale alla crisi, spinse da una parte tutti i paesi a introdurre misure protezionistiche e a creare aree economiche chiuse. Gli stati svolsero così funzioni imprenditoriali e previdenziali, cercando di non annegare nella grande povertà e sfiducia creatasi nei confronti del sistema capitalistico. L’argomento verrà affrontato stasera su Rai 3 nel programma La grande storia.

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