Juventus, Sarri cambierà mentalità e gioco per conquistare la Champions

per vincere la Champions
(Getty Images)

Una volta approdato alla Juventus, Sarri ha un duplice compito: il tecnico deve ridare fiducia al gruppo e abituare i giocatori le sue idee di gioco.

L’annuncio tanto atteso dai tifosi juventini è finalmente giunto, Maurizio Sarri è il nuovo allenatore della Juventus e già dal suo ritiro a San Benedetto del Tronto sta preparando gli step del lavoro che dovrà compiere una volta che il gruppo sarà riunito. Al tecnico toscano attende un compito arduo, ovvero conquistare la Champions League al primo tentativo. Per farlo ha bisogno di rivitalizzare un gruppo che dopo la sconfitta con l’Ajax è sembrato sfiduciato, incapace di riproporsi ai livelli a cui aveva abituato.

In tal senso la voglia di rivalsa del tecnico toscano può essere l’arma giusta: Sarri si è sempre distinto per aver spronato i propri calciatori ad andare oltre i propri limiti e lo ha fatto convincendoli a sposare la sua idea di calcio. Proprio nel convincere i calciatori a sposare il suo progetto di calcio risiede il secondo compito di Sarri: il tecnico deve partire praticamente da zero e tramutare una squadra abituata a giocare le partite in gestione in una macchina da gioco: una squadra che aggredisce l’avversario  tenendo il pallino del gioco e che crea decine di palle da gol a partita.

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Sarri vuole vincere la Champions per zittire gli scettici

Non tutti i tifosi bianconeri sono convinti che prendere Sarri sia stata la mossa giusta. I supporter della Vecchia Signora avrebbero preferito un fuoriclasse della panchina come Pep Guardiola ed è anche probabile che la dirigenza ci abbia provato fino all’ultimo a prenderlo, ma che si sia dovuta arrendere alla resistenza del Manchester City. Fresco vincitore dell’Europa League con una finale gestita nel migliore dei modi, Sarri non è spaventato dalle critiche e dalle aspettative della dirigenza e dell’ambiente. Il suo primo obbiettivo è quello di portare a Torino la coppa dalle grandi orecchie sia perché è quella a cui punta la società sia perché dimostrerebbe una volta per tutte che non ha nulla da invidiare agli allenatori di prima fascia.

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