Pensioni, a casa con anche 7 anni di anticipo se lavori in azienda

Pensioni
Pensioni – FOTO: viagginews.com

Un emendamento del ddl ‘crescita’ presenta la possibilità di poter usufruire di uno ‘scivolo’ fino a ben 7 anni in materia di pensioni. Questi i casiò

In merito alle pensioni, sarà possibile raggiungere l’ambito traguardo dopo una vita dedicata al lavoro con anche 7 anni di anticipo. Per farlo però bisognerà essere dipendenti di una azienda con più di mille dipendenti e che presenti un accordo sindacale con un programma ben delineato di assunzioni. E l’azienda in questione dovrà anche accollarsi l’onere del versamento delle pensioni anticipate. Lo ha stabilito la Camera attraverso un apposito emendamento al decreto di legge ‘crescita’. Qui viene introdotto il cosiddetto ‘contratto di espansione’, che vede come soggetto direttamente coinvolto il Ministero del Lavoro. In questa carta viene indicato il numero di nuove assunzioni che dovranno essere o a tempo indeterminato oppure con contratto di apprendistato professionalizzante. Una azienda avrebbe interesse a mettere in atto questo piano nel novero di un progetto di rinnovamento. E la pensione anticipata farebbe maturare un importo esattamente uguale a quello maturato al momento dell’uscita. Per ora è stato stabilito che questo sistema potrà essere messo in pratica soltanto da adesso e per tutto il 2020. Si tratta di una forma sperimentale al termine della quale verranno fatte ulteriori valutazioni.

Se vuoi seguire tutte le nostre notizie in tempo reale CLICCA QUI

Pensioni, il piano è volto al rinnovamento della forza lavoro delle aziende

L’emendamento presentato in Camera stabilisce che i lavoratori con non più di 84 mesi di distanza dalla pensione potranno usufruire del diritto della stessa da parte del datore di lavoro, per tutto il periodo e fino al raggiungimento dell’età e della quantità di anni necessaria. Questo in cambio della risoluzione del rapporto lavorativo e di una indennità mensile che potrà essere liquidata anche in una soluzione unica, “commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro”. I soldi per fare tutto questo deriveranno da 70 milioni di euro in totale stipati dal Governo. Parallelamente alle uscite anticipate, ci sarebbe anche la possibilità di poter attuare la cassa integrazione. E non manca una clausola anti-nuovi esodati. In merito a questo provvedimento se ne saprà di più a fine giugno, quando il Senato dovrebbe aver discusso il decreto, che ha come termine ultimo il 30 di questo mese.

Impostazioni privacy