Milano, botte e insulti alla figlia disabile: “Uccidiamola, è una scimmia”

Botte e insulti alla figlia disabile di appena 3 anni e mezzo: con questa accusa una coppia di genitori egiziani è stata arrestata a Milano. 

La chiamavano “scimmia”: ma questo era nulla in confronto agli altri maltrattamenti di cui era vittima: Botte, calci, tentativi di annegamento e avvelenamento e insulti vari: di tutto questo si è resa responsabile una coppia di genitori egiziani nei confronti della figlioletta disabile, di appena 3 anni e mezzo. Ed è accaduto in un alloggio abusivo nella zona nord ovest della civilissima Milano.

Il padre e la madre della bambina, entrambi 29enni e in Italia dal 2010, sono stati arrestati e dovranno rispondere ora dell’accusa di maltrattamenti su minore. “Odio mia figlia, metto il veleno nel suo mangiare. La scimmia è un grosso problema”: così i due maghrebini parlavano della piccola. madre e padre magrebini, riferendosi alla loro bambina di soli tre anni e mezzo, che gli stessi denigravano chiamandola “scimmia”.

Fortunatamente il calvario della piccola disabile è finito grazie al pronto intervento delle forze dell’ordine. I due genitori sono stati fermati assieme ad altri quattro figli (il più piccolo di un anno e mezzo, il più grande di 8) a bordo di un autobus diretto alla Stazione centrale, dove avrebbero dovuto prendere un treno per l’aeroporto di Malpensa e, quindi, volare in Egitto per non tornare mai più.

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Le agghiaccianti conversazioni dei genitori della piccola

Le manette nei confronti dei genitori della bimba disabile sono scattate quando i due hanno cominciato a ipotizzare un’uccisione della povera vittima per soffocamento, annegamento o avvelenamento. La agghiaccianti conversazioni sono state captate dagli inquirenti dopo che, a metà maggio, il padre aveva portato la piccola all’ospedale Fatebenefratelli di Milano per un presunto dolore al braccio, dovuto – così disse – a una caduta dal divano.

Quella versione però ha subito insospettito i medici, che dopo aver effettuato una radiografia sulla giovanissima paziente hanno scoperto un’altra verità: la bimba aveva infatti una frattura scomposta calcificata risalente a 3-4 settimane prima. 48 ore dopo, il 17 maggio 2019, è scattata la segnalazione da parte della struttura ospedaliera agli investigatori dell’Unità tutela donne e minori della polizia locale. Un atto dovuto che ha poi messo in moto le indagini.

EDS

 

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